animali evoluzione matematica neuroscienze
Colombi
promossi in aritmetica
Applicando a questi
uccelli lo stesso metodo di addestramento già sperimentato su macachi rhesus
per insegnare la numerosità, una ricerca ha dimostrato che i piccioni hanno
competenze numeriche paragonabili alle scimmie. All'origine di questa analogia
tra specie così distanti potrebbe essere una convergenza evolutiva, o, in
alternativa, un tratto omologo derivato da un comune antenato remoto. Il
risultato si aggiunge ad altre prove che gli uccelli possiedono alcune abilità
ritenute finora esclusive dei primati (red)
Le capacità di calcolo sono considerate, in genere,
strettamente connesse al linguaggio e, perciò, esclusivo appannaggio della
specie umana, con qualche eccezione, forse, tra gli altri primati. Eppure
questa concezione viene ora messa in dubbio da una ricerca, apparsa sulla rivista
“Science”, secondo la quale i colombi possono rivaleggiare con i
macachi nella capacità di seguire alcune regole di conteggio. Nel 1998, in
uno studio considerato una pietra miliare in questo tipo di
ricerche, Elizabeth Brannon e Herbert Terrace dimostrarono che i macachi rhesus
sono in grado non solo di discriminare gli stimoli che differiscono in
numerosità ma anche di acquisire regole numeriche astratte. Le scimmie vennero
addestrate a ordinare stimoli contenenti uno, due, tre o quattro elementi in
ordine crescente. Al fine di valutare se i macachi avessero appreso semplici
categorie nominali o una regola astratta, i ricercatori misero alla prova gli
animali con coppie di valori che cadevano al di fuori dell’intervallo
dell’addestramento, e riscontrarono che le scimmie riuscivano a ordinare anche
le nuove coppie, dimostrando di aver appreso una regola astratta, non
strettamente correlata, quindi, con i dati a cui era applicata inizialmente. Inoltre,
le stesse scimmie dimostrarono alcuni effetti a distanza, con un incremento
dell’accuratezza delle risposte e una diminuzione della latenza di risposta
(l’intervallo tra stimolo e risposta) via via che aumentava la distanza
numerica tra gli item accoppiati. Secondo le conclusioni di Brannon e Terrace,
“I dati portavano a ipotizzare che le scimmie fossero in grado di ipotizzare le
numerosità da 1 a 9 su una scala ordinale.”. Per verificare l’ipotesi che
simili capacità non siano limitate ai primati, Damian Scarf e colleghi, della
University of Otago, a Dunedin, in Nuova Zelanda, hanno addestrato alcuni
colombi con stimoli e procedure simili a quelle utilizzate da Brannon e Terrace
con le scimmie. I volatili sono stati condizionati a ordinare in ordine crescente
35 liste numeriche di tre item e, in una seconda fase, a ordinare coppie di
insiemi la cui cardinalità poteva variare da uno a nove. Con sorpresa, si è
osservato come i risultati dei colombi si potessero sovrapporre a quelli delle
scimmie. Ma come spiegare una simile analogia in specie così distanti
filogeneticamente? Gli autori avanzano due possibili spiegazioni. La prima fa
appello al concetto di convergenza evolutiva: primati e uccelli potrebbero aver
evoluto le proprie competenze numeriche indipendentemente gli uni dagli altri.
La spiegazione alternativa è che la competenza numerica sia un tratto omologo,
derivato da un comune antenato. In ogni caso, concludono gli autori,
l’esperimento si aggiunge a un corpo di evidenze sperimentali che provano che gli
uccelli possiedono alcune abilità ritenute esclusive dei primati, come la
memoria episodica e l’uso e la produzione di utensili.
(29 dicembre 2011)
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