Medicina
Abuso di sostanze
Gli effetti a lungo termine delle
amfetamine
La
sperimentazione sui topi ha permesso di riscontrare un deficit di memoria di
lavoro anche a distanza di tempo, in particolare se la somministrazione avviene
in età adolescenziale
Il
rapporto tra l’abuso di droghe e sostanze psicotrope ed effetti
neuropsicologici è un tema studiato da lungo tempo. L’ultima ricerca in ordine
di tempo, effettuata su topi da laboratorio, riguarda le amfetamine e ha
mostrato come l’esposizione a tali sostanze in alte dosi determini, molto tempo
dopo, un significativo deficit di memoria. A soffrirne, in particolare, è la
cosiddetta memoria a breve termine o “di lavoro”, soprattutto se le amfetamine
vengono somministrate agli animali nel corso dell’adolescenza, piuttosto che in
età adulta. “L’effetto è evidente quando si confrontano i due gruppi di topi,
quelli esposti alle sostanze in adolescenza e quelli esposti in età adulta, in
alcuni compiti che richiedono l’uso della memoria di lavoro: a parità di dosi
somministrate, i primi ottengono risultati decisamente peggiori”, ha spiegato
Joshua Gulley, docente di psicologia dell’Università
dell’Illinois a Urbana-Champaign, nel corso della presentazione dei
risultati dello studio all’annuale congresso della Society for Neuroscience,
tenutosi a Chicago. “Ciò ci porta a ipotizzare che la capacità di memoria di lavoro
possa essere alterata in modo significativo dalla pre-esposizione alle
amfetamine.”. Nel corso della ricerca, gli studiosi hanno testato due tipi di
somministrazione di amfetamine: intermittente, con una dose costante un giorno
su due, e progressiva, con dosi aumentate per un periodo di quattro giorni
seguite da una dose elevata ogni due ore al quinto giorno. I risultati mostrano
così le conseguenze a lungo termine dell’abuso di amfetamine, che è possibile
ipotizzare si manifestino anche nell’uomo e che potrebbero essere rilevanti sia
nei soggetti che le assumono a scopo terapeutico (come nel caso dei piccoli
pazienti affetti da deficit di attenzione e iperattività, o ADHD) sia - e
soprattutto - nei giovani che ne fanno un uso incontrollato. "L’adolescenza
è un periodo in cui il cervello è in continuo sviluppo, e assumere amfetamine
in un momento così critico potrebbe avere conseguenze negative a lungo
termine”, ha concluso Gulley. “Il dato preoccupante è proprio che gli effetti
si fanno sentire anche una volta interrotta l’assunzione della sostanza.”. (fc)
(23
OTTOBRE 2009)
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