sabato 20 aprile 2013

approfondimenti sostanze stupefacenti - amfetamine

Gentilissimi, mi si chiede ulteriori articoli di approfondimento su sostanze stupefacenti. Ho ricercato nel mio archivio. Non sono molto addentro alla tematica. Ho ritrovato alcuni articoli, non recenti e, quasi sicuramente, sorpassati dalle ultime ricerche in merito. Vi lascio con il primo di tali approfondimenti. Esso è tratto dalla newsletter Le Scienze, parzialmente modificato. NR



Medicina
Abuso di sostanze

Gli effetti a lungo termine delle amfetamine
La sperimentazione sui topi ha permesso di riscontrare un deficit di memoria di lavoro anche a distanza di tempo, in particolare se la somministrazione avviene in età adolescenziale

Il rapporto tra l’abuso di droghe e sostanze psicotrope ed effetti neuropsicologici è un tema studiato da lungo tempo. L’ultima ricerca in ordine di tempo, effettuata su topi da laboratorio, riguarda le amfetamine e ha mostrato come l’esposizione a tali sostanze in alte dosi determini, molto tempo dopo, un significativo deficit di memoria. A soffrirne, in particolare, è la cosiddetta memoria a breve termine o “di lavoro”, soprattutto se le amfetamine vengono somministrate agli animali nel corso dell’adolescenza, piuttosto che in età adulta. “L’effetto è evidente quando si confrontano i due gruppi di topi, quelli esposti alle sostanze in adolescenza e quelli esposti in età adulta, in alcuni compiti che richiedono l’uso della memoria di lavoro: a parità di dosi somministrate, i primi ottengono risultati decisamente peggiori”, ha spiegato Joshua Gulley, docente di psicologia dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, nel corso della presentazione dei risultati dello studio all’annuale congresso della Society for Neuroscience, tenutosi a Chicago. “Ciò ci porta a ipotizzare che la capacità di memoria di lavoro possa essere alterata in modo significativo dalla pre-esposizione alle amfetamine.”. Nel corso della ricerca, gli studiosi hanno testato due tipi di somministrazione di amfetamine: intermittente, con una dose costante un giorno su due, e progressiva, con dosi aumentate per un periodo di quattro giorni seguite da una dose elevata ogni due ore al quinto giorno. I risultati mostrano così le conseguenze a lungo termine dell’abuso di amfetamine, che è possibile ipotizzare si manifestino anche nell’uomo e che potrebbero essere rilevanti sia nei soggetti che le assumono a scopo terapeutico (come nel caso dei piccoli pazienti affetti da deficit di attenzione e iperattività, o ADHD) sia - e soprattutto - nei giovani che ne fanno un uso incontrollato. "L’adolescenza è un periodo in cui il cervello è in continuo sviluppo, e assumere amfetamine in un momento così critico potrebbe avere conseguenze negative a lungo termine”, ha concluso Gulley. “Il dato preoccupante è proprio che gli effetti si fanno sentire anche una volta interrotta l’assunzione della sostanza.”. (fc)
(23 OTTOBRE 2009)


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