sabato 20 aprile 2013

approfondimento sostanze stupefacenti - nicotina

Ecco di seguito il secondo approfondimento. Esso è, di nuovo, ripreso e modificato dalla newsletter Le Scienze. NR


Biologia
Proteomica

L'insospettata attività biologica della nicotina

Oltre alla dipendenza e ad alcune ben note attività fisiologiche, la nicotina potrebbe interferire con decine di altri processi cellulari, finora insospettati
Oltre a generare dipendenza e alcune ben note attività fisiologiche, la nicotina potrebbe interferire con decine di altri processi cellulari, finora insospettati. Lo rivela una ricerca condotta presso la Brown University, pubblicata sul Journal of Proteome Research. I ricercatori hanno puntato la loro attenzione sui recettori alfa-7 per l'acetilcoolina, quelli considerati più "enigmatici" fra tutti i cosiddetti recettori nicotinici, così chiamati proprio perché la nicotina è in grado di legarvisi. In questo modo hanno scoperto che sono ben 55 le proteine che interagiscono con questo tipo di recettore. "Questo recettore è chiamato nicotinico, perché pensiamo che interagisca con la nicotina, ma esso ha probabilmente una gran varietà di funzioni: in diverse specifiche regioni del cervello questo stesso recettore alfa-7 può interagire con differenti proteine, presenti nei neuroni per svolgere varie funzioni", spiega Edward Hawrot, che ha diretto lo studio. Fra le proteine più inaspettatamente risultate influenzate è la proteina G-alfa, normalmente associata a una classe di recettori del tutto diversa, i cosiddetti recettori GPCR (G-protein coupled receptor), che sono coinvolti in diversi cammini biochimici sia nel cervello sia in altre parti del corpo. I ricercatori osservano che ben il 40% di tutti i farmaci usati nella clinica hanno come proprio bersaglio qualche recettore della famiglia GPCR. I risultati ottenuti fanno ipotizzare che i recettori alfa-7 abbiano dunque un ruolo ben più ampio di quanto finora ritenuto. E che le nuove proteine che si sono scoperte essere associate a esso possano, anch'esse, essere influenzate dal suo stato di attività. La scoperta potrebbe aiutare a mettere a punto nuovi trattamenti per aiutare i fumatori a smettere, ma può anche dare un contributo alla ricerca sulla schizofrenia. Recenti studi genetici hanno infatti mostrato che alcuni casi di questa malattia sono correlati a delezioni che interessano diversi geni, far cui quello per il recettore alfa-7. (gg)
(06 aprile 2009)

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