Biologia
Proteomica
L'insospettata attività biologica della
nicotina
Oltre
alla dipendenza e ad alcune ben note attività fisiologiche, la nicotina
potrebbe interferire con decine di altri processi cellulari, finora
insospettati
Oltre
a generare dipendenza e alcune ben note attività fisiologiche, la nicotina
potrebbe interferire con decine di altri processi cellulari, finora
insospettati. Lo rivela una ricerca condotta presso la Brown University, pubblicata sul Journal of Proteome Research.
I ricercatori hanno puntato la loro attenzione sui recettori alfa-7 per
l'acetilcoolina, quelli considerati più "enigmatici" fra tutti i
cosiddetti recettori nicotinici, così chiamati proprio perché la nicotina è in
grado di legarvisi. In questo modo hanno scoperto che sono ben 55 le proteine che
interagiscono con questo tipo di recettore. "Questo recettore è chiamato
nicotinico, perché pensiamo che interagisca con la nicotina, ma esso ha
probabilmente una gran varietà di funzioni: in diverse specifiche regioni del
cervello questo stesso recettore alfa-7 può interagire con differenti proteine,
presenti nei neuroni per svolgere varie funzioni", spiega Edward Hawrot,
che ha diretto lo studio. Fra le proteine più inaspettatamente risultate
influenzate è la proteina G-alfa, normalmente associata a una classe di recettori
del tutto diversa, i cosiddetti recettori GPCR (G-protein coupled receptor),
che sono coinvolti in diversi cammini biochimici sia nel cervello sia in altre
parti del corpo. I ricercatori osservano che ben il 40% di tutti i farmaci
usati nella clinica hanno come proprio bersaglio qualche recettore della
famiglia GPCR. I risultati ottenuti fanno ipotizzare che i recettori alfa-7
abbiano dunque un ruolo ben più ampio di quanto finora ritenuto. E che le nuove
proteine che si sono scoperte essere associate a esso possano, anch'esse,
essere influenzate dal suo stato di attività. La scoperta potrebbe aiutare a
mettere a punto nuovi trattamenti per aiutare i fumatori a smettere, ma può
anche dare un contributo alla ricerca sulla schizofrenia. Recenti studi
genetici hanno infatti mostrato che alcuni casi di questa malattia sono
correlati a delezioni che interessano diversi geni, far cui quello per il
recettore alfa-7. (gg)
(06
aprile 2009)
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