lunedì 15 aprile 2013

cervello e lettura

Gentilissimi, quali connessioni ci sono tra cervello e lettura?
Ecco un articolo che mostra come la cultura di origine non influenzi che minimamente il modo di leggere delle persone. Come sempre l'articolo è stato lievemente modificato. Esso è tratto dalla newsletter Le Scienze. NR


neuroscienze apprendimento visione
Il cervello e la lettura, un meccanismo universale
Quando si legge si mobilitano due sistemi cerebrali distinti: uno per il riconoscimento visivo delle forme e l'altro legato all'analisi dei movimenti necessari per tracciare lettere e parole. Entrambi questi circuiti neuronali si attivano sempre, sia per chi legge caratteri alfabetici, sia per chi legge ideogrammi (red)
Che si abbia a che fare con parole scritte in alfabeto latino oppure con gli ideogrammi tipici del cinese o del giapponese, leggere coinvolge due sistemi cerebrali universali, a prescindere dalla cultura a cui si appartiene. A scoprirlo è uno studio, condotto da ricercatori dell'Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (INSERM) francese, dell'Université Paris XI, e dell'Accademia delle scienze di Taiwan, che ne riferiscono in un articolo, a prima firma Kimihiro Nakamura pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Sciences”. La padronanza del linguaggio scritto non è un'abilità innata ma dipende dalla capacità, mediata dall'educazione, di apprendere regole che collegano codici scritti, suoni e significati delle parole. A livello neuronale, imparare queste regole comporta alcuni cambiamenti strutturali e funzionali, soprattutto nell'area della corteccia visiva, ma anche in altre regioni del cervello. La nostra capacità di risposta efficiente viene tarata su una specifica modalità di scrittura.  Che i circuiti attivati dalla lettura di un sistema di scrittura squisitamente fonologico (come quello dell'alfabeto latino) e da uno ideografico (più legato a un elemento pittografico) fossero gli stessi non era scontato. Studi su soggetti orientali normali e dislessici, infatti, avevano indotto alcuni ricercatori a ipotizzare che la lettura dei sistemi di scrittura dotati di una complessità visiva elevata, come il cinese, non attivasse le aree della classica rete di circuiti dell'emisfero sinistro coinvolti nella lettura alfabetica, ma altre regioni situate in particolare nella corteccia premotoria. Questo a causa dell'importanza dell'esperienza cinestetica nell'apprendimento degli ideogrammi mentre vengono scritti. Nakamura e colleghi hanno sottoposto due gruppi di volontari di madrelingua, rispettivamente francese e cinese, a scansioni di risonanza magnetica funzionale mentre erano impegnati in un compito di lettura e interpretazione semantica. Per determinare quali aspetti della lettura fossero specificamente legati alla cultura e quali no, i testi sono stati presentati ai soggetti in differenti modi: normale, in corsivo, statici, in movimento, distorti e rovesciati. L'analisi dei dati di neuroimaging ha rivelato che, durante la lettura, sia nei soggetti francesi che in quelli cinesi, si attivano due regioni cerebrali distinte, associate rispettivamente al riconoscimento delle forme visive e alla decodifica dei movimenti. La differenza è che quest'ultima regione ha mostrato una maggiore attivazione nei cinesi quando si tratta di leggere parole in movimento.  La mobilitazione della memoria motoria della scrittura non è quindi una specifica componente della lettura ideografica e logografica, ma è presente anche nella lettura dei sistemi alfabetici. In tutte le culture, anche molto diverse, la rete neuronale matura deputata alla lettura comprende sia un sistema di analisi visiva della forma (in primo luogo la cosiddetta area VWFA), sia un sistema di decodifica del gesto motorio associato alla scrittura. Quello che varia, da una cultura all'altra, concludono i ricercatori, è solamente la modulazione dell'intensità relativa di attivazione fra i due tipi di circuiti.
(27 novembre 2012)

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