sabato 30 marzo 2013

piede di pellicano - quattro

Gentilissimi, eccoVi il quarto episodio della serie "Piede di pellicano". Tra parentesi, in corsivo, i miei commenti. In maiuscolo i titoletti, ricordo da non inserire se non scritti in grassetto. Riprendiamo:

CRESCITA E SVILUPPO
Lo sviluppo del A. pespelecani avviene, come in molti gasteropodi, dalle uova. Entro esse si forma una sorta di larva detta trocofora che, in seguito, uscendo dall’uovo, si accresce in veliger, una seconda forma larvale con già presenti organi dell’adulto e con un organo, il velo, adatto al galleggiamento. Il veliger viene trasportato dalle onde e dai moti del mare in luoghi anche distanti da quello di ovideposizione. Il periodo vitale sembra essere determinato, in quanto la larva riassorbe il velo larvale che la sorregge. Scende così sul fondo del mare e, se trova condizioni ambientali adatte, si accresce, dando origine all’adulto, altrimenti muore. Negli esemplari giovani, o juvenilia, il labbro è dritto e tagliente. Sebbene gli individui giovani siano sprovvisti delle espansioni, al punto che taluni esemplari molto piccoli non sono immediatamente identificabili, va tuttavia segnalato come non sia difficile trovare conchiglie di piccole dimensioni con digitazioni già sviluppate.

ALIMENTAZIONE E TRASFORMAZIONE DI ENERGIA

Per alimentarsi il piede di pellicano utilizza una radula tenioglossa, cioè  una membrana nastriforme formata da sette denti per fila. Essa, assieme ad un organo detto odontoforo, una sorta di lingua a cuscinetto su cui poggia la radula. Con la radula tritura i residui organici dei quali si nutre.

RIPRODUZIONE E NASCITA
La riproduzione della specie è per via sessuata. Il maschio racchiude il pene all’interno della cavità palliale, cioè della parte molle. Mediante tale organo il maschio introduce nelle vie genitali femminili gli spermatozoi, con fecondazione interna. Le uova sono successivamente disperse nell’ambiente esterno, protette da un involucro a guscio.

(Per ora che ciò Vi sia sufficiente. NR)





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