Ricordo che le piastrine sono adibite alla coagulazione del sangue. Ne parleremo in altra occasione in modo maggiormente approfondito. Per ora buona lettura. NR
CNR: A ciascuno
le sue piastrine
Comunicato stampa - Personalizzare i valori di riferimento, usati nella
conta delle piastrine, potrà contribuire allo sviluppo di nuovi metodi di
indagine e terapie mirate. A dimostrare le differenze di genere, età e aree
geografiche, uno studio condotto dal Cnr insieme ad altre istituzioni
scientifiche italiane
Roma, 19 febbraio 2013 - Per definire
“normale” il numero delle piastrine, cellule fondamentali per i processi di
coagulazione del sangue, il range deve attestarsi tra un minimo di 150.000 e un
massimo di 400.000 (450.000 in alcuni casi) per microlitro di sangue. Ma questi
valori di riferimento, comunemente usati, non sempre rispecchiano la realtà. A
dimostrare l’esistenza di una grande variabilità tra la popolazione italiana,
uno studio condotto dagli Istituti di genetica delle popolazioni (Igp), di
Sassari, di genetica molecolare (Igm), di Pavia, di genetica e biofisica A.
Buzzati-Traverso, di Napoli, del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr),
insieme ad altre cinque istituzioni scientifiche italiane (Fondazione di
ricerca e cura "Giovanni Paolo II", dell’Università cattolica di
Campobasso; Istituto di medicina genetica, Eurac Research, di Bolzano;
Divisione di genetica e biologia cellulare, dell’Istituto scientifico San
Raffaele di Milano; Genetica medica, del Dipartimento di scienze riproduttive,
dell’Università di Trieste; Dipartimento di medicina interna, dell’Irccs
Fondazione policlinico S. Matteo, dell’Università di Pavia). La ricerca,
coordinata da Ginevra Biino, dell’Igm-Cnr di Pavia, è stata pubblicata sulla
rivista scientifica PLOS One. “Quei limiti”, spiega Biino, “attualmente uguali
per tutti, dovrebbero adattarsi alle differenze di genere, all’età e alle aree geografiche
del nostro Paese.”. Sono stati presi in esame 40.987 soggetti, provenienti
da 3 studi epidemiologici (1-3), che investigavano la distribuzione della conta
piastrinica negli abitanti di 7 aree italiane, di cui 6 isolati genetici,
importanti per analizzare le malattie complesse, grazie all’elevata omogeneità
genetica e alla ridotta variabilità ambientale. La disponibilità dei dati di
conta piastrinica di un campione così esteso ha permesso
l’identificazione di nuovi intervalli di riferimento, sesso ed età-specifici,
utili a una diagnosi più accurata di trombocitopenie (espressione di una
ridotta produzione piastrinica) e trombocitosi (patologia opposta,
caratterizzata dalla presenza di un esagerato numero di trombociti). “Ciò
che abbiamo osservato”, afferma la ricercatrice dell’Igm-Cnr di Pavia, “è che
oggi, con un campione così grande di persone studiate, possiamo definire, con
esattezza, che esistono variazioni importanti nel numero delle piastrine. È
giunto, quindi, il momento di ripensare quei valori di riferimento uguali per
tutti.”. La ricerca mostra come le donne abbiano, mediamente, un numero più
alto di piastrine rispetto agli uomini. “Ma anche l’età è importante”, aggiunge
ancora Biino. “Negli anziani, ad esempio, si nota una diminuzione progressiva.
Nei ragazzi al di sotto dei 15 anni, invece, il numero è decisamente più alto,
rispetto agli altri periodi della vita, senza particolari differenze tra uomini
e donne. Infine, difformità significative sono state riscontrate tra le diverse
aree del territorio italiano prese in esame. Con questi dati, appare evidente
che i valori di normalità non possono essere uguali per tutti.”. Da qui la
possibilità di pensare a una nuova definizione dei limiti di normalità per le
piastrine del sangue. I valori usati in laboratorio oggi possono andare bene
per l’età adulta, ma non per i bambini e gli anziani, dove le differenze si
notano maggiormente. “In futuro”, conclude la ricercatrice, “questi studi
potranno contribuire allo sviluppo di nuovi metodi di indagine e, quindi, a
terapie sempre più personalizzate.”.
(19 febbraio 2013)
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