tecnologia biologia
Come archiviare
sul DNA libri, canzoni e film
I sonetti di Shakespeare, e parte di un discorso di Martin Luther King,
sono stati registrati e archiviati in una minuscola fialetta di DNA:
ricercatori dell'EMBL sono riusciti a sviluppare un codice che consente di
archiviare masse imponenti di dati, su un supporto in grado di resistere
migliaia di anni, che, per la sua conservazione, non richiede energia e non
rischia l'obsolescenza tecnologia dei dispositivi elettronici. Già ora il
sistema è economicamente conveniente per conservare grandi archivi, come quelli
storici e governativi, che devono sfidare i secoli (red)
Ventisei secondi del famosissimo discorso
di Martin Luther King I have a dream e
154 sonetti di Shakespeare sono stati memorizzati, rispettivamente come file
MP3 e come testo ASCII, in un filamento di DNA. A riuscirci è stato un gruppo
di ricercatori dello European Bioinformatics Institute (EMBL-EBI), che
descrivono il metodo utilizzato
in un
articolo pubblicato su “Nature”. Il DNA è
un materiale ideale per la conservazione delle informazioni:
richiede una quantità di spazio incredibilmente piccola, non ha bisogno di
alcuna energia per conservare l'informazione e infine, come ha dimostrato il
sequenziamento del genoma di uomini e animali risalenti a molte migliaia di
anni fa, è in grado di preservarla per un tempo quasi illimitato, al contrario
degli attuali supporti elettronici e optoelettronici. Tutti i supporti
utilizzati finora si scontrano inoltre con il problema dell'obsolescenza dei
dispositivi, che impongono frequenti e costose migrazioni da un sistema vecchio
a uno nuovo.
Tentativi di utilizzare il DNA come mezzo
di archiviazione erano già stati effettuati, ma avevano incontrato due difficoltà:
in primo luogo, con i metodi attuali, è possibile produrre solo sequenze di DNA
piuttosto brevi. Inoltre, la scrittura e la lettura di DNA sono soggette a
errori, in particolare in presenza di ripetizioni delle lettere del DNA. Nick
Goldman e Ewan Birney sono riusciti a superare questi problemi sviluppando un
nuovo codice. "Sapevamo di aver bisogno di creare un codice usando solo
brevi stringhe di DNA, e di doverlo farlo in modo da rendere impossibile la
creazione di una 'smagliatura' in corrispondenza di una stessa lettera”, ha
detto Birney. “Così abbiamo pensato: rompiamo il codice in un sacco di
frammenti sovrapposti da entrambe le parti, con informazioni di
indicizzazione che mostrano dove si trova ogni frammento nel codice generale, e
creiamo uno schema di codifica che non consenta ripetizioni. In questo modo,
per fallire si dovrebbe avere lo stesso errore su quattro diversi frammenti,
evento davvero raro.".
I dati così memorizzati possono essere
recuperati con il sequenziamento del DNA e la ricostruzione dei file originali,
che gli autori hanno ottenuto con il cento per cento di precisione.
Comprensibilmente, la velocità di scrittura e lettura dei file non può
rivaleggiare con quella dei supporti elettronici; tuttavia, scrivono gli autori,
“l'archiviazione su DNA è già economicamente valida per archivi a lunga
scadenza e con una bassa aspettativa di accesso frequente, come gli archivi
storici e governativi”, per i quali si può prevedere un orizzonte di
conservazione compreso fra i 600 e i 5000 anni. Ma la rapidità con cui vengono
abbattuti i costi di sequenziamento e lettura del DNA permettono di prevedere
che non sia lontano il momento in cui il nuovo metodo diverrà conveniente anche
per grandi insiemi di dati che si vogliono conservare per 50-100 anni e, in prospettiva,
anche per quelli con un orizzonte di conservazione inferiore ai 50 anni.
(24 gennaio 2013)
nonna rosa ora che la scuola è quasi finita e i prof. non danno più verifiche può mettere un link solo sul dna? grazie.
RispondiEliminaDavid Beacham