ho notato, con raccapriccio, che sono spariti gli appunti sul Sistema nervoso, sulla memoria e l'apprendimento, su altri argomenti.
La signorina GAD e la CE, presumo Lerner e Guevara, hanno chiesto di ripristinare tali appunti. Poco per volta procederemo. EccoVi la prima parte. Argomento: "Memoria e apprendimento".
Gli appunti sono rivisti e corretti. Sappiate che, comunque, sono presenti altri approfondimenti su tali argomenti. E' sufficiente una semplice ricerca sullo stesso blog. Una Nonna Ricercatrice
La memoria
La memoria è il formidabile mezzo utilizzato dal nostro
cervello. Esso ci permette di ricordare parole, avvenimenti, volti, persone,
numeri, indirizzi, cose, musiche, canzoni, film, storie, emozioni, notizie,
idee, concetti, odori, sapori, eccetera.
La memoria può essere di quattro tipi:
- Memoria “sketchpad” (non intensa,
di brevissima durata, legata ai cinque sensi): quando osservo i miei
compagni di classe, se non avviene nulla di particolare, e se non sono
particolarmente interessata ad alcuno di essi, non ricordo la loro
posizione personale. Al contrario, se, in una folla, è presente il ragazzo
che mi interessa, sicuramente lo noterò. Tale memoria permette pure di
recepire gli eventuali pericoli. Se sto camminando, e non sono concentrata
in altro (discussione, problemi personali, …), difficilmente non mi
accorgerò di una buca.
- Memoria
sensoriale o percettiva (intensa, ma di breve durata, legata ai cinque
sensi): se metto una mano sulle braci mi ricorderò che mi sono scottato.
Recentemente, in alcuni studi, è ritenuta parte della memoria personale. La memoria personale riguarda tutti gli
aspetti che, avendomi, in qualche modo, colpito durante la mia esperienza
di vita, sono passati alla memoria a lungo termine. A volte sono
facilmente “richiamabili”, mentre in altre occasioni “sorgono” alla
memoria senza che, volontariamente, si cerchi di ricordare. Nella memoria
personale sono contemplati suoni, odori, gusti, oltre che persone,
situazioni, parole, …
- Memoria di lavoro, di compito o di breve durata:
in alcuni studi è chiamata, a mio avviso non propriamente, come “memoria
procedurale” (che è quasi come una lavagna su cui si possono scrivere da 4
a 7 voci o concetti indipendenti per volta): mi permette di passare dalla procedura al metodo. La memoria di metodo mi permette di
svolgere un lavoro senza che, direttamente, debba impegnare risorse e
sforzi, con un consumo di energia utilizzato per altre mansioni. Riesco,
una volta che ho imparato, a guidare e parlare con chi mi sta accanto. Non
riesco, tuttavia, e nemmeno lo posso imparare, a parlare usando il
telefonino e, contemporaneamente, guidando. La conversazione al cellulare
interferisce con i neuroni e con la memoria di metodo. Se, tuttavia, si
usa l’auricolare, oppure il vivavoce, è come se parlassi con chi mi è
accanto. Una volta che ho imparato correttamente un procedimento
(allacciarsi le scarpe, risolvere una espressione) non devo ogni volta
ripassarlo. Un particolare tipo di memoria “di metodo”, a volte non
conscia, è la memoria detta “calendariale”. Chi ne è in
possesso riesce a calcolare, in qualche modo, a quale giorno della
settimana corrisponda una certa data.
- Memoria a lungo termine
(richiede la registrazione cosciente di informazioni significative): mi
consente di richiamare alla mente avvenimenti e/o concetti significativi.
È evidente che sono significativi per me. Se la geografia non mi
interessa, ben difficilmente mi ricorderò le città del Brasile, se non per
altri significati, avvenimenti, concetti (Carnevale di Rio, squadre di
calcio, turismo, miniere). Secondo alcuni studiosi, precisamente si può
parlare di memoria culturale se
essa riguarda aspetti “registrati a lungo termine” dopo studio e
apprendimento.
Per studiare è necessario attivare sia la memoria di lavoro
sia la memoria a lungo termine. Gli atteggiamenti che favoriscono
l’apprendimento, oltre a quelli sotto riportati, sono essenzialmente due:
- Reiterazione:
la ripetizione di un esercizio, una procedura, un compito favorisce
l’apprendimento. Si tratta, in qualche modo, di effettuare una simulazione
prima di procedere col compito assegnato. Nelle prime fasi di reiterazione
sarebbe opportuno osservare un esperto mentre compie correttamente lo
stesso lavoro (o lo stesso esercizio). In tal modo i neuroni mirror
permettono di imparare, semplicemente prestando attenzione all’esperto.
Solo in seguito provo a svolgere quel compito, quell’esercizio;
- Immedesimazione:
in caso di problemi “astratti”, oppure poco direttamente correlati al
proprio vissuto personale, può essere efficace apprendere per
immedesimazione. In altre parole “faccio finta” di essere io la
protagonista di quel problema, di quella situazione, di quella procedura,
di quel compito. Ciò avviene, ad esempio, nel problem solving, come pure
nella esposizione di una poesia. Se mi immedesimo con l’autore, sarà più
facile comprendere, almeno in forma embrionale, ciò che quell’autore
voleva trasmettere. Rimanere coinvolti nella lettura di un libro,
avvenimento che, mi auguro, sia capitato pure a Voi, avvantaggia
evidentemente la lettura, sia nella velocità sia nella comprensione del
testo.
L’apprendimento,
inoltre, funziona ogniqualvolta utilizziamo un percorso a tappe di questo tipo:
La memoria non funziona se si interrompe la catena in
qualche punto.
§ NECESSITA’ – INTERESSE: se devo passare un esame, oppure
se mi interessa un argomento, faticherò meno nell’apprendere ciò che mi serve
§ MOTIVAZIONE: è dipendente dalla volontà del singolo che
apprende. Se voglio, imparo. La
motivazione deve essere personale, del singolo individuo. Se sto annegando sono
motivato a comprendere come funziona un giubbotto salvagente
§ ATTENZIONE: è fondamentale prestare attenzione,
osservando, ascoltando e registrando, mentalmente o in altro modo, azioni,
dati, concetti, fenomeni. Se sono innamorato presterò sicuramente attenzione
alla ragazza che mi interessa. Il livello di attenzione massimo può durare sino
a 45 minuti, tuttavia è sufficiente un breve lasso di tempo, 2-3 minuti di
pausa, anche se sarebbe più opportuno che i minuti siano un terzo, ossia 10-15,
per riprendere, seppure con appena minore intensità, l’attenzione. L’attenzione
si può allenare, come dimostrano esperienze su agenti notturni. In questo caso
si può protrarre sino a 85-90 minuti. Dopo 90 minuti la pausa di riposo deve
essere necessariamente maggiore di 15 minuti
§ CONCENTRAZIONE: le distrazioni sensoriali, non facilmente
eliminabili se esterne, tolgono concentrazione. È possibile tuttavia che una
forte motivazione ed un forte interesse per quanto si sta facendo sopprimano
“in sottofondo” tutti gli stimoli sensoriali ininfluenti al lavoro da svolgere.
Un carabiniere che sta compiendo una manovra salvavita non presta la minima
attenzione al traffico. Per questo motivo, solitamente, le pattuglie sono da
due persone, con compiti differenti
§ ORGANIZZAZIONE: se devo studiare e non ho il materiale
necessario, ben difficilmente potrò concentrarmi, in quanto il mio interesse,
primariamente, sarà quello di reperire il materiale adatto o un materiale
utilizzabile. Appare altresì evidente, come nelle leggi di Murphy, come ogni
oggetto, all’occorrenza, si possa trasformare in martello. Se devo guidare lo
scooter e non ho messo carburante, molto difficilmente non faticherò. Se non ho
preso appunti e non ho il libro di testo (magari, con un foglio bianco per
mappe concettuali e riassunti o schemi), non so cosa devo ESATTAMENTE studiare.
Se non conosco ESATTAMENTE il significato delle parole che sto leggendo difficilmente
comprenderò come si compongono i pezzi della nuova Play Ikea
Un suggerimento, almeno nel lavoro in classe, può essere
dato dall’acronimo CIACK
CONCENTRAZIONE – IMPEGNO – ATTENZIONE – CONGRUENZA –
COSTANZA (k)
Per “impegno” si intende lo sforzo, le energie impiegate
per l’apprendimento. L’impegno coinvolge sia la motivazione sia il non prestare
attenzione ai fattori “disturbanti”.
Per “congruenza” si intende il mantenimento dello stesso
atteggiamento, e delle stesse procedure, per l’esecuzione del medesimo compito.
Questo comporta una parte di controllo del proprio lavoro. Se sbaglio due volte
allo stesso modo, più facilmente potrò eliminare quell’errore, se esso non è
già diventato “procedurale” o “di metodo”. So dove ho sbagliato, quindi presterò
maggiore attenzione a quel passaggio, a quella fase del lavoro
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