giovedì 27 dicembre 2012

origine della vita - introduzione

Gentilissimi, come ebbe origine la vita? Quali sono le ipotesi attualmente accettate? Quando possiamo parlare di "vita"?
Le domande che riguardano la vita e la sua origine sono, oserei dire, basilari per l'uomo. Non solo per gli scienziati, ma per l'uomo in genere.
Partiamo dalla terza delle domande, per nulla retoriche, che ho riportato poco sopra.
Quando possiamo parlare di vita? Secondo molti scienziati, poiché tutti gli esseri viventi sono formati da cellule, possiamo parlare di vita, in senso stretto, solo quando abbiamo una cellula. Sicuramente sto semplificando! Le ipotesi, dal mondo a RNA, alla vita basata sul silicio, sono molteplici. Penso, tuttavia, che parlare di vita con la comparsa della prima, o delle prime, cellule non sia eccessivamente errato. Cambiamo, quindi, le domande iniziali: quando si è formata la prima cellula? Quali ipotesi attuali si occupano della formazione delle cellule? Quando possiamo parlare di cellula?
Inizio, per ora, a "dare nomi" a queste ipotesi:
* Esperimento di Miller;
* Congettura di Hoyle;
* Ipotesi inorganica.
Già da ora chiedo scusa per l'evidente inesattezza di tali denominazioni. Si tratta evidentemente di una ulteriore semplificazione didattica. Così denominate, tali ipotesi sono "facili da ricordare". Ricordo che il Vostro blog preferito è rivolto a ragazzi ed alunni delle medie, non a studenti delle superiori. Mi siano permesse, in tal senso, approssimazioni e "superficialità", intendendo, con questo termine, a volte, assenza di approfondimenti in complessità. Chiedo venia!
In un futuro, e spero prossimo, post presenterò l'esperimento di Miller. NR

lunedì 24 dicembre 2012

una chiocciola "da apprendimento"

Quale augurio di sereno Natale, ecco per Voi, dalla newsletter Le Scienze, un aggiornamento sulle tematiche legate all'apprendimento e alla formazione di sinapsi:


neuroscienze apprendimento memoria
In una lumaca di mare i segreti per imparare meglio

Una nuova ricerca ha identificato lo schema di addestramento che meglio si accorda con la dinamica delle proteine implicate nei processi di apprendimento. Oggetto dello studio è stata la specie Aplysia californica, un gasteropode molto usato nelle neuroscienze, a causa delle grandi dimensioni dei suoi neuroni. La ricerca si è basata su un modello matematico che, se sarà confermato in successivi lavori, permetterà di identificare i periodi in cui il potenziale di apprendimento è al massimo (red)
Aplysia californica: è il nome scientifico di una piccola chiocciola di mare, molto usata dai neuroscienziati per le sue particolari caratteristiche, tra cui le grandi dimensioni dei suoi neuroni: fu proprio studiandola che, negli anni sessanta, il premio Nobel Eric Kandel scoprì che il processo di apprendimento avviene attraverso la creazione di nuove sinapsi, le connessioni tra i neuroni, o il rafforzamento di quelle già presenti, fondando, in pratica, le moderne neuroscienze. Ora, una recente ricerca, condotta presso l'University of Texas Health Science Center, di Houston, (UTHealth) si è servita di Aplysia come modello animale per chiarire alcuni meccanismi chiave dei processi di memoria e di apprendimento. Sulla base di studi precedenti, che avevano identificato proteine implicate nei meccanismi di memoria, gli studiosi hanno realizzato un modello metamatematico che permette di capire quando la scansione temporale dell'attività di queste proteine è allineata con la migliore esperienza di apprendimento. Lo schema temporale delle sessioni di apprendimento, infatti, finora si basava su prove ed errori, ma in modo sostanzialmente arbitrario. Se il modello dovesse dimostrarsi efficace negli studi di follow up, potrebbe essere utilizzato per identificare i periodi in cui il potenziale di apprendimento è massimo. “Quando si conduce una sessione di addestramento, si stanno inducendo differenti reazioni chimiche: l'idea è quella di trovare quella che si trova in sincronia con la dinamica del processo biochimico”, ha spiegato John H. Byrne, autore senior dello studio, apparso su "Nature Neuroscience", e direttore del dipartimento di Neurobiologia e Anatomia della UTHealth Medical School. Nel corso dello studio sono stati considerati due gruppi di chiocciole: il primo è stato sottoposto a sessioni d'apprendimento a intervalli irregolari, secondo uno schema previsto dal modello matematico; il secondo ha invece seguito sessioni di addestramento a intervalli di 20 minuti. Cinque giorni dopo il completamento delle sessioni di apprendimento è stato rilevato un significativo incremento nella memoria nel gruppo addestrato secondo lo schema computerizzato, mentre nel secondo gruppo non è stato riscontrato alcun incremento. Per confermare il risultato, i ricercatori hanno poi analizzato i neuroni delle chiocciole, rilevando, effettivamente, una maggiore attività in quelle che avevano ricevuto il programma di addestramento migliorato.
(8 dicembre 2011)

Forse è un poco datato, ma comunque interessante, non trovate? Felice Natale a Voi e alle Vostre famiglie. Nonna Rosa

mercoledì 19 dicembre 2012

geyser on line

Gentilissimi, provate ad osservare attentamente quanto mostrato, in diretta, tramite webcam, dal parco di Yellowstone. Veramente molto interessante, a mio avviso. Ecco il link mediante cui, in streaming, osservare:

Yellowstone

Buona osservazione! NR

martedì 18 dicembre 2012

luce e sistema internazionale

Gentilissimi, escludendo la massa, tutte le altre unità di misura del SI è, in qualche modo, correlato con le onde elettromagnetiche. EccoVi un ottimo link con le definizioni attualmente accettate per le unità di misura adottate:

http://www.themeter.net/un-fon.htm

In un futuro post, alcuni approfondimenti sui problemi relativi alla definizione di massa. NR

lunedì 17 dicembre 2012

una buona scusa per una interrogazione andata male

Gentilissimi, leggete con attenzione questo articolo, riportato dalla newsletter Scienzainrete. Come sempre, l'articolo è stato parzialmente reso un poco più leggibile. Non Vi sembra un'ottima giustificazione nel caso le interrogazioni siano sempre meno positive? Festeggiamo, con questo post, l'aggancio, come numero di visitatori, sebbene non per la prima volta, al numero di visitatori del blog

http://materdr.blogspot.it

ARTICOLO SCIENZAINRETE: Ambiente Cervello e nervi
L'inquinamento fa male alla mente Chiara Finotti Com., div. sc.
L’esposizione prolungata all'aria inquinata può compromettere la capacità di apprendere e di ricordare, nonché provocare patologie depressive. Per dimostrarlo, i ricercatori dell’Università dell’Ohio hanno fatto respirare ai topi aria filtrata o aria inquinata per sei ore al giorno, per cinque giorni la settimana, periodo che equivale a metà della vita media di un topo. L'aria inquinata conteneva lo stesso tipo di particolato prodotto dai gas di scarico delle auto, dai fumi delle industrie e dalla polvere naturale. Dopo dieci mesi di esposizione, gli animali sono stati sottoposti ad alcuni test di tipo comportamentale. I topi che avevano respirato aria inquinata avevano più difficoltà a trovare e a ricordare dove fosse l'uscita da una scatola e apparivano più depressi. Analizzando la struttura dell'ippocampo di questi animali, le cui alterazioni possono essere correlate a deficit cognitivi, gli studiosi hanno riscontrato cambiamenti dovuti all'infiammazione causata dall'inquinamento, lo stesso fenomeno patologico che spiega, in parte, gli effetti dello smog su cuore e polmoni. (07 LUGLIO 2011)

NR

domenica 16 dicembre 2012

alcuni suggerimenti sul metodo di studio

Gentilissimi, poiché non sempre i consigli dei Vostri docenti sono seguiti, eccoVi il link ad un sito con, forse, maggiore autorità. Se posso fornirVi un altro consiglio, copiateVi i suggerimenti della pagina  a cui sarete inviati dal link: potranno esserVi molto utili. Buono studio! NR

http://www.opsonline.it/psicologia-14-14.html


venerdì 14 dicembre 2012

la legge scientifica

Gentilissimi, chi fu il più grande scienziato di tutti i tempi? Sembra una domanda da record del mondo. E, in effetti, è una domanda poco significativa. A mio avviso, e si tratta solo di una personalissima opinione, Einstein è, assieme a Maxwell, lo scienziato che, più di ogni altro, ha modificato il modo di vivere dell'uomo contemporaneo. L'utilizzo della matematica per dimostrare, o cercare di dimostrare, una ipotesi, penso sia "geniale". Gli esperimenti per confutare le ipotesi della relatività sono stati, credo, successivi alla pubblicazione degli articoli relativi. Per mostrarVi la complessità delle teorie di Einstein, Vi lascio alcuni link:

http://it.wikipedia.org/wiki/E%3Dmc%C2%B2

http://diamante.uniroma3.it/hipparcos/relativit%C3%A0_ristretta.pdf

http://diamante.uniroma3.it/hipparcos/relativit%C3%A0_generale.pdf

Difficili, vero? NR

giovedì 13 dicembre 2012

uno schema per relazioni scientifiche

Come è possibile preparare una relazione scientifica? Come già accennato, dipende dall'argomento da trattare. Per esperienza so che è possibile trattare scientificamente molti aspetti della realtà. Vi propongo, qui di seguito, uno schema utilizzabile per relazioni scientifiche di esperimenti. Un libriccino vecchio quanto utile venne scritto, tempo fa da Umberto Eco. Il titolo, mi pare, è "Come si fa una tesi di laurea".
E se non dovessimo "fare una tesi dii laurea"? Seguite pure lo schema che Vi propongo:

AUTORE
ANNO
TITOLO
INTRODUZIONE
SUMMARY
MATERIALI
IMMAGINI O DISEGNO
DIDASCALIE
PROCEDIMENTO
OSSERVAZIONE/DESCRIZIONE
IPOTESI
TEORIA/LEGGE/MODELLO
DATI E/O GRAFICO
UNITA’ DI MISURA
ANALISI DATI
TERMINOLOGIA O GLOSSARIO
CONCLUSIONI


Al termine inserite la Bibliografia, con non meno di tre testi "cartacei" utilizzati. Se Vi siete serviti di materiale da Internet, inserite la Sitografia. In prossimi post alcuni chiarimenti su questo schema. Nonna Rosa

mercoledì 12 dicembre 2012

terminologia scientifica

Gentilissimi (e pochi) lettori,
il "bello" o "brutto" delle Scienze, secondo alcuni, sono i termini utilizzati. Ricordo ancora, quasi come se fosse il secolo scorso, cosa accadde ad un esaminando. Egli sbagliò, o si confuse, tra due termini "geologici": GRANITO e GRANATO.
Dovendo osservare e, in seguito, descrivere una roccia, con i suoi minerali, il giovane si confuse. Alle richieste dei docenti "Ne sei proprio sicuro?", la risposta affermativa comportò il "mancato passaggio". Il giovane dovette ripetere dopo alcuni mesi l'esame, con evidenti altri esiti. Erano "cattivi" i docenti, oppure avevano ben chiaro che, per potere fare scienza serve una precisa consapevolezza dei termini da utilizzare? Allora, poiché stavo assistendo a quell'esame, mi sembrò un poco "crudele". Ora capisco l'intenzionalità di quei docenti: la descrizione scientifica non può essere "approssimata", "superficiale", "fumosa". La descrizione scientifica è, e deve essere, accurata, anche nei termini.
Lascio a Voi un piccolo compito: trovate il significato di questi termini scientifici. Al primo che risponde correttamente, mediante commento, un plauso unanime ed una citazione sul Vostro blog di Scienze preferito, speriamo! Ecco l'elenco dei termini da cercare (e imparare, magari!):

ANADROMO: 
ANFIFITA: 
CRENON: 
EFIRA: 
ELOBIO: 
ELOFITE: 
EUTROGLOFILO: 
LENTICO: 
LOTICO: 
NEFROLITIASI: 
ORMESI: 
PLEUSTOFITE: 
POTAMON: 
RESILIENZA: 
RHITHRON: 
TIGMOTASSIA: 
ZOEA

Ehi, Zoea a chi? NR

lunedì 10 dicembre 2012

einstein

Gentilissimi 1 A, ecco un link da cui prendere spunto per un approfondimento su Einstein:

Einsteinl

Buona lettura. NR

sabato 8 dicembre 2012

un gioco con lo scheletro

Gentilissimi, ecco, per Voi 2 A, un link in cui provare a giocare con i nomi delle ossa.

http://www.anatomia.learningtogether.net/

DivertiteVi pure. Una nonna "osteoporotica". NR

giovedì 6 dicembre 2012

sinestesia

Gentilissimi, ecco per Voi 3 A un ulteriore approfondimento sulla sinestesia.
Si tratta di un articolo pubblicato sulla newsletter del gruppo Scienza in rete. Si tratta di una news ad iscrizione gratuita. Sono presenti articoli, video, immagini, commenti, a volte anche file sonori. Come sempre ho lievemente modificato l'articolo. Riporto, per correttezza, anche l'autrice. A me è sembrato interessante. Sappiatemi dire. NR


ARTICOLO SCIENZAINRETE: OLFATTO Medicina
Più profumi ad occhi aperti Francesca Gatti  Com. e div. Sc., Matematica
La vista aiuta l'olfatto a sentire meglio. Sul Journal of Neuroscience è stata pubblicata una ricerca in cui si dimostra che, stimolando la parte di corteccia cerebrale legata alla vista, migliora la percezione degli odori. I ricercatori del Montreal Neurological Institute and HospitalMcGill University e Monell Chemical Senses Center, di Philadelphia, guidati dal dottor Christopher Pack, hanno indagato il legame che c'è nel nostro cervello fra i diversi sensi. Le aree cerebrali dedicate a vista e olfatto sono separate e molto distanti. D'altronde sappiamo che, se si utilizza l'olfatto per identificare un oggetto, spesso si visualizza l'immagine della sorgente dell'odore. Questa stretta associazione tra i due sensi è stata verificata da studi di neuroimaging, che mostrano un'attivazione della corteccia visiva quando si annusa qualcosa. “Abbiamo voluto mettere alla prova l’idea che l’attivazione delle regioni cerebrali principalmente dedicate a un certo senso potrebbe influenzare l’elaborazione in altri sensi. Quello che abbiamo scoperto è che stimolare elettricamente la corteccia visiva migliora le prestazioni in un test in cui i partecipanti devono identificare un odore anomalo in un gruppo di tre odori”, racconta il dr. Pack, nel comunicato dell’università McGill. Un gruppo di volontari è stato sottoposto a stimolazione magnetica transcranica della corteccia visiva, una tecnica non invasiva che migliora la visione. I volontari hanno poi svolto alcuni test di riconoscimento di aromi e odori e il loro olfatto è risultato potenziato. “Un collegamento fra i sensi è noto nelle persone con sinestesia, condizione in cui la stimolazione di un senso porta ad automatiche, involontarie, esperienze in un altro, facendo ad esempio vedere il colore dei numeri o sentire l’odore delle parole”, spiega Johan Lundstrom, del Monell. “Questo studio mostra che una connessione fra i sensi esiste in ognuno di noi.”. I ricercatori non hanno invece trovato lo stesso legame fra olfatto e udito.
(20 marzo 2012)

POPPER e la falsificabilità

Gentilissimi, ecco per Voi 1 A un ottimo link su Karl Popper. Vi potrete trovare molte informazioni, brani tratti dalle sue opere, interviste e altro ancora. Vi consiglio, in particolare:
il brano dal titolo "La falsificabilità come criterio di demarcazione";
l'intervista dal titolo "Il metodo scientifico in Keplero, Newton, Whewell e Einstein".

Ecco il link:

Popper

Buona lettura. Una nonna poco narrante, ma proponente.

link di approfondimento

Gentilissimi, ecco i relativi link di riferimento per approfondire quanto detto nel post precedente.
Per Aristotele:

http://it.wikipedia.org/wiki/Aristotele#Biologia

Per Linneo:

http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-linneo/

Per la classificazione ecco una lezione introduttiva dell'Istituto Pontano:

http://www.istitutopontano.it/files/LEZIONE-INTRODUTTIVA.pdf

Per ora è tutto. NR

Aristotele, Linneo e la classificazione

Gentilissimi,
dal punto di vista storico, secondo molti autori (e semplificando i concetti), il primo ad indicare una sorta di classificazione naturale fu Aristotele. Vi lascerò in seguito il relativo link di approfondimento.
Aristotele provò a classificare la realtà naturale proponendo una suddivisione in tre regni: Minerale, Vegetale, Animale. Tale suddivisione, oramai considerata imperfetta, o errata, da tutti gli scienziati, ancora pochi anni or sono era studiata dagli alunni delle medie.
In seguito lo scienziato Carlo Linneo apportò le modifiche più importanti alla classificazione dei viventi. Inserì un ordine gerarchico, ossia cercò di raggruppare, come avviene per gli insiemi, gli esseri viventi. Si ebbero così insiemi con poche caratteristiche generali comuni. Tali insiemi avevano, a loro volta, sottoinsiemi, in cui alcuni organismi viventi avevano maggiori somiglianze. Proseguendo, e scendendo, di insieme in insieme, si arrivava a classificare, con nome e cognome, i viventi. Per fare ciò utilizzò la lingua latina. Tale modo di classificare è detto "nomenclatura binomia", oppure "classificazione linneana", o classificazione scientifica. Il primo termine dei due è il nome di Genere. E' scritto con maiuscola. E' un poco, come se fosse il cognome di quell'organismo. Il secondo termine è il nome. Indica la Specie di organismi viventi. E' per questo motivo che, anche nel linguaggio parlato, o scritto, utilizzare i termini scientifici "specie", per indicare "in particolare", oppure "tipo", per indicare un esempio particolare, è poco corretto, oltre che fuorviante.
Solo nella letteratura, non scientifica, alcuni autori usano la maiuscola sia per il Genere sia per la Specie. Si tratta, speriamo, di "licenze poetiche".
Sui regni, sulla classificazione e sul concetto di Specie ritorneremo in futuri post. Tempo permettendo.
Nonna rosa. Ops! Nonna Rosa. Nonna non è il mio cognome. NR

lunedì 3 dicembre 2012

un gioco per "muscolosi"

Gentilissimi 2 A,
propongo un link mediante cui giocare ai "nomi dei muscoli". Ovviamente non sono riportati tutti i muscoli. Si tratta di un gioco in due parti molto semplici: in un primo momento dovrete ricostruire un puzzle del corpo umano; nel secondo momento dovrete indicare, al posto corretto, i nomi di alcuni muscoli.
Provate, poi sappiatemi dire. NR

http://www.primaria.saperescuola.it/ioio_apparatomuscolare.asp


adolescenza e cervello

Gentilissimi 3 A, ecco per Voi un paio di link su cui approfondire il tema adolescenza e cervello. Si tratta, come oramai avrete capito da tempo, di articoli, abbastanza recenti, pubblicati on line sulla newsletter Le Scienze:

http://www.lescienze.it/news/2008/03/31/news/come_cambia_il_cervello_adolescente-579932/

http://www.lescienze.it/news/2012/01/17/news/adolescenti_ricompensa_striato_accumbens_prefrontale_adulti_comportamento_rischio-798675/

Leggete e commentate. NR

sabato 1 dicembre 2012

cosa scrive Galileo?

Gentilissimi, come sapete lo scienziato, per tutti, "padre del metodo sperimentale" fu Galileo Galilei. Di seguito potrete trovare il link ad alcune sue opere. Leggete e provate ad immedesimarVi con l'autore.

http://www.liberliber.it/mediateca/libri/g/galilei/le_opere_di_galileo_galilei_edizione_nazionale_sotto_gli_etc/pdf/le_ope_p.pdf

Ovviamente il linguaggio è "lievemente" cambiato da allora. Lo scritto rimane di grande importanza, per la scienza e per la nostra cultura. NR

Un primo lettore

Gentilissimi, finalmente anche per il Vostro blog di scienze, è giunta l'ora del primo lettore "fisso". Un ringraziamento a JoBa che, direttamente da Guerre stellari, legge i post di questo blog. Per festeggiare con Voi, ecco il link, come spesso accade da Le Scienze, in cui leggere scoperte da Star Wars:

http://www.lescienze.it/news/2011/09/15/news/scoperto_un_pianeta_con_due_soli-550746/

Buona lettura! E che la Forza sia con Voi! Nonna Rosa