Gentilissimi e gentilissime,
Vi lascio il rimando ad un recente articolo della newsletter Le Scienze, a cui, ricordo, potreste, se siete interessati, iscriverVi gratuitamente.
Ecco il link:
tratti gentili
Auguro, a Voi e alle Vostre nonne, di passare un nuovo anno di serenità e di pace.
Ora mi riposo, dopo il bingo natalizio.
Del resto anche le renne riposano oggi!
Una nonna "rennana", NR!
giovedì 26 dicembre 2019
lunedì 16 dicembre 2019
ANORESSIA
Gentilissimi,
da parte del Fonico, oramai fidelizzato al nostro blog, sono stati richiesti appunti sull'anoressia.
Come sempre Vi propongo appunti incompleti. La materia è davvero troppo vasta per una nonna che, oramai, pensa più al bridge che ai nipotini.
Anoressia nervosa
Si tratta di una malattia neurologica relativa a disturbi dell'alimentazione. E' considerata tipicamente femminile, sebbene, in rari casi, possa coinvolgere anche i maschietti.
Si tratta di un disturbo in cui la persona si rifiuta di mangiare per l'eccessiva preoccupazione di vedersi "grassa". In realtà, secondo studi recenti, hanno molta influenza, in merito, i modelli di bellezza proposti, seppure non negli ultimissimi tempi, dalla società e dalla moda.
Dopo le proposte "curvy", almeno in Italia, la percentuale di ragazze anoressiche è diminuita drasticamente.
I sintomi sono spesso visibili:
magrezza estrema, come nel caso della modella Isabelle Caro, morta, appunto, a causa della malattia
eccessiva preoccupazione per il proprio peso e per il proprio aspetto
perdita del ciclo femminile (amenorrea)
ansia
depressione
Attualmente le cure sono a carattere psicologico e ormonale. Decisamente opportune sono le strategie di intervento alimentari, psicologiche e comportamentali.
Per ora è tutto.
Una nonna resiliente, NR!
da parte del Fonico, oramai fidelizzato al nostro blog, sono stati richiesti appunti sull'anoressia.
Come sempre Vi propongo appunti incompleti. La materia è davvero troppo vasta per una nonna che, oramai, pensa più al bridge che ai nipotini.
Anoressia nervosa
Si tratta di una malattia neurologica relativa a disturbi dell'alimentazione. E' considerata tipicamente femminile, sebbene, in rari casi, possa coinvolgere anche i maschietti.
Si tratta di un disturbo in cui la persona si rifiuta di mangiare per l'eccessiva preoccupazione di vedersi "grassa". In realtà, secondo studi recenti, hanno molta influenza, in merito, i modelli di bellezza proposti, seppure non negli ultimissimi tempi, dalla società e dalla moda.
Dopo le proposte "curvy", almeno in Italia, la percentuale di ragazze anoressiche è diminuita drasticamente.
I sintomi sono spesso visibili:
magrezza estrema, come nel caso della modella Isabelle Caro, morta, appunto, a causa della malattia
eccessiva preoccupazione per il proprio peso e per il proprio aspetto
perdita del ciclo femminile (amenorrea)
ansia
depressione
Attualmente le cure sono a carattere psicologico e ormonale. Decisamente opportune sono le strategie di intervento alimentari, psicologiche e comportamentali.
Per ora è tutto.
Una nonna resiliente, NR!
domenica 15 dicembre 2019
Bulimia
Gentilissimi,
sempre il Vostro Fonico di fiducia ha richiesto informazioni sulla bulimia.
Cercherò di sintetizzare quanto conosco in merito, non essendo un'esperta del settore. Unico consiglio che posso fornire: andate da un bravo medico, se del caso.
Vi chiedo scusa, ma non si tratta propriamente della mia sfera di conoscenze! Studierò di più, in merito!
Una nonna remissiva, NR!
sempre il Vostro Fonico di fiducia ha richiesto informazioni sulla bulimia.
Cercherò di sintetizzare quanto conosco in merito, non essendo un'esperta del settore. Unico consiglio che posso fornire: andate da un bravo medico, se del caso.
BULIMIA NERVOSA
La bulimia nervosa è una malattia a carattere
prevalentemente comportamentale e, appunto, nervoso. Si tratta di un disturbo
alimentare complesso (DAP). Tale disturbo coinvolge sia la sfera alimentare sia
quella psicogena. A livello degli ambiti di controllo, potremmo dire che sono coinvolti
“il mio corpo” e “me stesso”.
Una persona affetta da bulimia si provoca autonomamente il
vomito dopo aver mangiato, per un eccessivo controllo sul proprio corpo. Di
solito si tratta di persone che svolgono attività fisica intensa o praticano
sport a livello agonistico. Quasi certamente si evidenzia in persone con poca o
scarsa autostima, con familiari o amici che seguono diete rigorose e,
solitamente, non sotto controllo medico.
A volte ha influsso anche una certa pubblicità, con una cura
eccessiva del corpo. Spesso è associata da altri disturbi della sfera emotiva.
Poiché si tratta di malattia del disturbo comportamentale e
cognitivo, solitamente una terapia piscologica, correlata ad una farmacologica,
con l’uso di antidepressivi, se serve, porta, in un caso su due alla completa
guarigione. Sembra che possano esservi, nell’insorgere della malattia, anche
fattori genetici o familiari.
Nelle ragazze adolescenti è più frequente che nel resto
della popolazione. Nelle ragazze è circa 10 volte più comune che nei maschi.
La “fame da bue”, o fame vorace, scatena episodi in cui si
ingerisce una eccessiva quantità di cibo (fame compulsiva). In seguito si
adottano comportamenti o di vomito autoindotto, oppure di dieta rigorosa, con
digiuni e attività fisica intensa, per “bilanciare” il comportamento precedente.
Tra i sintomi presenti si evidenziano: erosione dei denti,
perdita della fertilità, sia maschile sia femminile, pressione bassa.
Vi chiedo scusa, ma non si tratta propriamente della mia sfera di conoscenze! Studierò di più, in merito!
Una nonna remissiva, NR!
ALZHEIMER
Gentilissimi,
ecco altri appunti in merito a quanto richiesto dal Fonico Attendente. Anche in questo caso non sono completi, ma potrebbero bastare, spero.
NR, una Nonna Ricordante!
ecco altri appunti in merito a quanto richiesto dal Fonico Attendente. Anche in questo caso non sono completi, ma potrebbero bastare, spero.
Alzheimer
Si tratta di una malattia neurodegenerativa. I neuroni,
cioè, perdono progressivamente la loro funzionalità.
Solitamente si presenta, in fase oramai tardiva, come la
difficoltà a ricordare fatti recenti. In altri termini, la memoria a breve termine
perde progressivamente capacità.
Ulteriori effetti visibili sono dovuti a repentini
cambiamenti di umore, aggressività, anche in persone che sono sempre state “pacifiche”,
disorientamento. Tali manifestazioni si sviluppano in modo apparentemente variabile
da persona a persona. Le aspettative di vita sono altrettanto variabili. La media
statistica indica, salvo eccezioni, una aspettativa di vita tra 3 e 9-10 anni
dopo la diagnosi.
La malattia è stata riconosciuta da uno studio di oltre 100
anni fa.
Nei neuroni si formano placche amiloidi che, in
qualche modo, ostacolano il processo di memorizzazione. Dapprima si “perdono” i
ricordi di eventi recenti. Sembra che la proteina tau, che, in genere, sembra
elimini le placche amiloidi durante il sonno, smetta di funzionare
perfettamente. Per questo motivo, sembra, oltre ad altri fattori ancora non
noti, che tali placche rimangano, accumulandosi. Poco per volta la persona
perde le proprie capacità, anche quotidiane. Come esempio, la persona, se non
seguita, non si ricorda più se ha mangiato o meno.
Dal punto di vista del disorientamento, in genere, le
persone normalmente visitano da 8 a 10, o poco più, luoghi “comuni” e “quotidiani”.
Nell’Alzheimer il numero di luoghi quotidiani e la loro estensione e distanza
dal luogo “Casa”, iniziano a diminuire. La persona, poco per volta, restringe
il proprio “campo d’azione”. Dapprima è limitato a rari eventi di smarrimento,
per aggravarsi in seguito. Alcune persone affette da tale malattia si perdono
in luoghi poco prima noti. Per esempio, dopo essere andati a fare la spesa nel
negozio solito, non sanno più come tornare a casa. Di qualche anno fa la
notizia della nonna che, a passeggio con le nipotine, non ha più ritrovato la
strada di casa.
I fattori che possono influire, in maniera preventiva, sullo
sviluppo della malattia, ritardandone gli effetti e la comparsa, sono: corretta
alimentazione, attività intellettuale, relazioni sociali costanti, attività
fisica controllata.
Gli studi sull’incidenza genetica della malattia sono
controversi. Si stima che tra il 25% e il 45% delle persone che hanno parenti
affetti da tale malattia possano, a loro volta, esserne colpiti.
Gli studi sull’Alzheimer attualmente sono focalizzati su
biomarcatori, come la presenza di rame nel sangue, al fine di pre-diagnosticare
la malattia e ritardarne lo sviluppo.
Altri studi si stanno occupando di alcune popolazioni che
sviluppano precocemente la malattia per cause genetiche. Studiandone i geni gli
scienziati sperano di poter individuare cure appropriate e non solo “ritardanti”.
Anche la presenza di campi elettromagnetici a bassa frequenza, come wi-fi e
cellulari sempre accesi, potrebbero influire sullo sviluppo della malattia.
Tali studi sono, per ora, ancora da verificare e controllare ulteriormente.
NR, una Nonna Ricordante!
APPUNTI APPARATO ENDOCRINO
Gentilissimi e gentilissime,
mi scuso per il ritardo, ma eccoVi i famigerati appunti sull'apparato endocrino.
Ovviamente non sono completi. Per appunti completi dovreste rivolgerVi ad un buon medico endocrinologo.
NR, una nonna Ritardataria, e, speriamo, non ritardata.
mi scuso per il ritardo, ma eccoVi i famigerati appunti sull'apparato endocrino.
Ovviamente non sono completi. Per appunti completi dovreste rivolgerVi ad un buon medico endocrinologo.
APPARATO ENDOCRINO
È costituito da organi
ghiandolari.
Essi producono sostanze chimiche, dette ormoni. Gli ormoni hanno la
proprietà di regolare le funzioni degli altri organi. Gli organi endocrini sono
strettamente collegati tra loro. La disfunzione di uno di essi si ripercuote su
altri.
IPOFISI: è posta alla base dell’encefalo. È divisa in
2 parti:
1)
ADENOIPOFISI:
ha struttura ghiandolare. Ha cellule disposte a cordoni irregolari.
Nella adenoipofisi distinguiamo:
- una PARTE DISTALE, voluminosa,
con cellule
a) che producono l’ormone SOMATOTROPO o
della crescita (GH), e la PROLATTINA,
b) che producono gli ormoni che stimolano
gonadi e tiroide
c) che producono l’ormone CORTICOTROPO, o
ACTH, che stimola le ghiandole surrenali e le gonadi maschili
- una PARTE TUBERALE, con cellule basofile che producono l’ormone
FSH e LH, che stimola la produzione di testosterone e l’ovulazione
- una PARTE INTERMEDIA, che produce l’ormone MELANOSTIMOLANTE, che
stimola la produzione di melanina sulla pelle
2)
NEUROIPOFISI:
ha struttura nervosa. Ha la funzione di stimolare l’adenoipofisi.
Il LOBO NERVOSO, formato da
cellule che producono gli ormoni OSSITOCINA e VASOPRESSINA.
L’ipofisi e, in particolare, l’adenoipofisi controllano la
maggior parte del sistema endocrino. Gli ormoni sessuali sono coinvolti nella
riproduzione.
Se l’ormone GH è prodotto eccessivamente, l’organismo soffre
di gigantismo, ossia una malattia che “fa crescere” troppo il corpo
(MACROSOMIA).
EPIFISI: è un
corpicciolo di natura nervosa. Al suo interno presenta fibre nervose e cellule che
producono MELATONINA, NORADRENALINA E SEROTONINA.
La melatonina regola il ritmo veglia-sonno, o ritmo
circadiano. La sua quantità nel sangue aumenta in corrispondenza delle ore con
poca luce e stimola il sonno. Quando una persona attraversa più fusi orari, ad
esempio per un lungo viaggio aereo, il ritmo veglia-sonno è inibito dalle
eccessive ore di luce. Il corpo, così, è “scombussolato”, e il ritmo
veglia-sonno non sincronizzato. Tale fenomeno è detto jet lag.
L’attività di secrezione dell’epifisi è controllata da
impulsi nervosi visivi, che agiscono sulla liberazione dell’noradrenalina, la
cui presenza induce la secrezione della melatonina.
TIROIDE: è posta
vicino alla trachea. È attivata dall’ormone tireostimolante (TSH). Le cellule della
tiroide cambiano la propria forma in base alla funzionamento: a riposo sono
appiattite; in attività sono ipoprismatiche. Se gli ormoni prodotti
sono abbondanti nel sangue, il TSH non è prodotto e la tiroide smette
momentaneamente di funzionare.
Sono prodotti gli ormoni TIROXINA e TRI-IODO-TIRONINA. Questi
ormoni agiscono sull’metabolismo di base dell’organismo.
Inoltre alcune cellule di grandi dimensioni, dette CELLULE C, o MACROTIREOCITI,
secernono TIREOCALCITONINA. Essa abbassa il livello di calcio e fosforo nel
sangue.
I mammiferi a cui è stata asportata la tiroide, o
ipotiroidei, presentano;
-
minore reattività agli stimoli esterni
-
sonnolenza
-
rallentamento dei processi fisici, che può
portare all’obesità
-
rallentamento dei processi mentali, con turbe da
ipotiroidismo
-
minore resistenza al freddo
-
diminuzione della attività sessuale
-
diminuzione della secrezione lattea
-
diminuzione dell’accrescimento osseo
-
ritenzione di acqua nei tessuti sottocutanei che
provoca gonfiore della pelle e rarefazione del pelo
L’ipotiroidismo si cura, ovviamente, con la somministrazione
di ormoni tiroidei. Naturalmente può avvenire che il livello di ormoni tiroidei
nel sangue sia basso. Allora si attiva la produzione di TSH, che stimola la
tiroide a produrre più ormoni. Questo avviene se l’organismo ha iodio
sufficiente. Nel caso in cui ciò non avvenga, l’ormone TSH continua la
propria attività, costringendo la tiroide ad un eccessivo funzionamento e
conseguente ingrossamento (TIROIDE IPERTROFICA). Nell’animale, come
nelle galline, compare il gozzo.
Il calciatore Messi, da piccolo, ha sofferto di una forma di
malattia endocrina che non gli consentiva uno sviluppo regolare della crescita.
L’ormone GH e l’ormone tiroxina, in qualche modo, non comunicavano tra loro. La
squadra del Barcellona lo ha acquistato e curato. I medici hanno somministrato
farmaci che hanno “rimesso in equilibrio” GH e tiroxina.
PARATIROIDE: è
formata da corpi situati vicino alla tiroide. Sono 4, con funzione antagonista
della tireocalcitonina. Tale ormone aumenta la concentrazione di calcio nel
sangue.
ISOLE DI LANGERHANS: sono ammassi posti nel pancreas.
Hanno struttura a cordoni. Si riconoscono:
-
cellule ALFA (20% circa): con granuli insolubili in alcool. Producono
GLUCAGONE
-
cellule BETA (80% circa): con granuli solubili
in alcool. Producono INSULINA
Glucagone e insulina hanno azione antagonista. Agiscono sul
metabolismo di glucidi, protidi e lipidi. L’insulina favorisce il deposito di
glucosio. Il glucosio polimerizza in glicogeno, soprattutto nel fegato.
La carenza di insulina provoca il diabete MELLINO, con aumento di
glucosio nel sangue e, quindi, nelle urine. L’eccesso di insulina provoca
ipoglicemia acuta, ossia un abbassamento eccessivo degli zuccheri nel sangue, che
può portare al coma e alla morte dell’organismo.
La carenza di glucagone provoca anch’essa ipoglicemia.
Infatti viene a mancare l’azione inibente del glucagone. L’insulina continua a
portare glucidi al fegato, sottraendoli al sangue.
GHIANDOLE SURRENALI: sono di piccole dimensioni. Sono
appiattite e allungate. Sono poste sopra ai reni. Hanno struttura a cordoni.
Ogni ghiandola è suddivisa in due parti, distinguibili anche visivamente.
1)
parte CORTICALE, esterna. Produce ormoni
ESTROGENI e ANDROGENI, in piccole quantità.
2)
parte MIDOLLARE, interna. I cordoni midollari
sono formati da due tipi di cellule, dette CROMAFFINI. Producono ormoni con
azione limitata nel tempo, rispettivamente:
a)
ADRENALINA. È un ormone “di emergenza”. È
prodotto in situazioni di stress o pericolo. Essa accelera il battito cardiaco,
dilata le coronarie, restringe i vasi sanguigni cutanei, aumenta la presenza di
zucchero nel sangue (iperglicemia)
b)
NORADRENALINA. Ha azione vasocostrittrice su
tutta la circolazione cardiaca, escluso il cuore. Dilata le
coronarie. Regola la pressione arteriosa. È prodotta se la pressione sanguigna
si abbassa.
La produzione dei glucocorticoidi e degli ormoni sessuali e
controllata dall’ormone ACTH.
GONADI (testicoli e ovaie): hanno ormoni coinvolti
nell’apparato genitale e nella riproduzione.
TESTICOLI: producono ormoni androgeni, tra cui il testosterone,
e attivano la produzione, dall’adolescenza alla morte, degli spermatozoi. La produzione
di testosterone è influenzata dall’ormone LH. La quantità di testosterone varia
in base all’età e ai ritmi circadiani, con un picco in tarda adolescenza e
prima gioventù (da 16-17 anni ai 24-25 anni circa).
OVAIE: producono ormoni estrogeni. Gli estrogeni sono “derivati”
dagli androgeni. Sono ormoni tipicamente femminili e regolano il ciclo
femminile, la gravidanza e il parto, oltre allo sviluppo delle caratteristiche sessuali
primarie e secondarie femminili. Poiché derivati dagli androgeni, in piccola
quantità sono presenti anche nei maschi. Poiché gli estrogeni sono prodotti
derivati dagli androgeni, anche nelle donne è presente testosterone.
NR, una nonna Ritardataria, e, speriamo, non ritardata.
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