domenica 27 dicembre 2015

anoressia e scelte alimentari

Gentilissimi,
Vi lascio alla lettura di un articolo interessante sulla anoressia. Si tratta di un articolo tratto, e lievemente modificato, dalla newsletter Le Scienze. Abbiamo già affrontato, in altri post, tale argomento. Ecco un nuovo approfondimento, seppur di 3 mesi or sono. Buona lettura. NR, nonna Rosa, oppure Nonna rosa

disturbi mentali alimentazione neuroscienze
Le scelte alimentari nell'anoressia nervosa
  


 © VOISIN/phanie/Phanie Sarl/Corbis

Anche quando sono in terapia e cercano di aumentare di peso, le persone che soffrono di anoressia nervosa scelgono, sistematicamente, i cibi meno grassi e meno calorici. Queste scelte sono correlate a un'intensa attività di una regione del cervello, lo striato, che presiede, in automatico, alle abitudini acquisite(red)
Nelle persone che soffrono di anoressia nervosa, la scelta degli alimenti è associata a un aumento di attività in una specifica regione del cervello, lo striato dorsale. Questa regione è nota perché è coinvolta nella gestione dei comportamenti abitudinari. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori della New York University, che firmano un articolo, pubblicato su “Nature Neuroscience”. L'anoressia nervosa è una malattia dalle molte sfaccettature, ma in tutte le sue forme vi sono alcuni comportamenti altamente stereotipati, uno dei quali è la scelta di alimenti a basso contenuto calorico e basso contenuto di grassi. Clinicamente, questo modello di comportamento è stato spesso interpretato come la manifestazione di una notevole capacità di ignorare pulsioni primarie, come la fame, attraverso un rigido autocontrollo, in vista dello scopo prefisso: il dimagrimento. Tuttavia anche le persone che entrano in terapia e cercano di aumentare di peso (ossia, cambiano obiettivo), spesso sembrano incapaci di modificare il loro modello di scelta del cibo: continuano a scegliere cibi a basso contenuto di grassi e basso contenuto calorico. Karin Foerde, Joanna Steinglass e colleghi hanno studiato 21 pazienti, in terapia per l'anoressia nervosa, ma non ospedalizzati, e 21 soggetti sani di controllo. In una serie di test li hanno fatti scegliere fra svariati prodotti alimentari che differivano per salubrità e gusto. Per assicurarsi che le scelte fossero fatte a ragion veduta, qualche tempo prima del test erano stati fatti assaggiare piccoli campioni dei vari alimenti. Mentre i soggetti facevano le scelte, il loro cervello erano monitorato con risonanza magnetica funzionale. Gli autori hanno scoperto che i pazienti con anoressia nervosa scelgono sempre porzioni nettamente più piccole di alimenti ad alto contenuto di grassi e che, a questa scelta, corrisponde un aumento dell'attività dello striato dorsale. Inoltre, confrontando i dati di risonanza con quanto registrato, giorno per giorno, sul “diario alimentare” dei soggetti, i ricercatori hanno scoperto che i livelli di attività nello striato, rilevati in un certo giorno, permettevano di prevedere l'apporto calorico che i soggetti avrebbero avuto il giorno successivo.
(13 ottobre 2015)


mercoledì 16 dicembre 2015

termoregolazione in 20 passaggi

Gentilissimi,
Vi propongo una sintesi, miserrima, devo ammettere,sul tema "Cosa accade quando corro... se corro!".
Tale sequenza in 20 passaggi è sicuramente incompleta, non sempre precisissima, e poco approfondita.
Spero, tuttavia, possa servire a qualcuno. (Qui ci starebbe bene un emoticon, una "faccina" di quelle solitamente utilizzate dai nipoti).
Provo, comunque, a sintetizzare:
1) La termoregolazione è un meccanismo di controllo multiplo della temperatura del corpo. In tale meccanismo sono coinvolti più sistemi e apparati
2) Quando consumo energia, per esempio in una corsa, mi riscaldo. Infatti il calore è una forma di energia
3) Per evitare "danni" come strappi muscolari, appunto, prima della attività motoria è necessario un periodo detto di riscaldamento: si tratta di una serie di esercizi preparatori alla attività stessa
4) In un primissimo momento, l'organismo consuma l'ATP presente nelle cellule
5) Consumata l'ATP, l'organismo, al fine di evitare il surriscaldamento del corpo, stimola le ghiandole sudoripare a produrre sudore
6) Subito dopo, proseguendo nella corsa, l'organismo consuma lo zucchero di facile assimilazione presente nell'organismo
7) In questo momento si ha il massimo rendimento nella attività motoria, se si è allenati
8) Oltre ad un allenamento specifico e non improvvisato, e una adeguata visita medico-sportiva di controllo, è necessaria la capacità di sopportare la fatica ed il dolore. Quindi il cervello deve rimanere concentrato per proseguire nella corsa
9) Nel caso di corsa prolungata, con l'allenamento costante, l'organismo si abitua a sopportare fatica e dolore. Il momento in cui il cervello necessita di concentrazione è posticipato nel tempo
10) Esaurito il consumo di zucchero, l'organismo utilizza altre fonti energetiche. Il corpo si stanca e continua a produrre sudore sia per raffreddare il corpo mediante l'escrezione di acqua sia per mantenerlo comunque efficiente, eliminando le sostanze di rifiuto
11) Il sudore fuoriesce dai pori della pelle. Qui evapora, raffreddando l'organismo, oppure rimane aderente alla pelle per tensione superficiale
12) Contemporaneamente, sin da inizio corsa, aumenta la frequenza respiratoria ed il ritmo cardiaco
13) Per evitare di inspirare batteri e germi, sarebbe opportuno inspirare dalle narici ed espirare dalla bocca
14) Nelle cellule i mitocondri continuano a produrre, con la respirazione cellulare, ATP. Consumano ossigeno e zuccheri e producono anidride carbonica, energia e acqua
15) L'acqua è eliminata sia tramite sudore sia tramite la espirazione
16) Il meccanismo di sudorazione prosegue intensamente anche terminata l'attività motoria, per un certo periodo di tempo, dipendente dal tipo di attività effettuata, dall'allenamento e dalla biodiversità dei singoli individui
17) Terminata l'attività motoria, proprio per questo motivo, devo coprirmi ed evitare correnti di aria
18) Se non mi copro, i microorganismi presenti in ambiente aggrediscono l'organismo, stanco e affaticato, anche per il fatto che il sudore "attira", in qualche modo, i batteri
19) Quale azione preventiva, per tanto, oltre a coprirsi dopo l'attività motoria, è necessario ripristinare acqua e zuccheri nell'organismo, oltre ai sali minerali dispersi col sudore
20) Sempre per lo stesso motivo, appena sia possibile, è opportuno lavarsi bene, mediante doccia, per togliere il sudore, le sostanze di rifiuto presenti sulla pelle e gli eventuali batteri.

NR, nonna Riscaldata

domenica 13 dicembre 2015

Fauna di Chernobyl

Gentilissimi,
il Profeta Fiammeggiante, sperando sia clemente con una vecchia nonna, ha chiesto ulteriori informazioni su Chernobyl.
Vi lascio un recente articolo relativo al ritorno degli animali nella zona. Si tratta di un articolo tratto dalla newsletter Le scienze, solitamente lievemente modificato. Non fornisce indicazioni specifiche, tuttavia lascia presagire che, comunque, anche dopo un disastro di origine antropica, la natura possa riprendere ciò che le era stato tolto.
Sarebbe meglio che tali disastri si evitassero, comunque.
Buona lettura. NR, nonna Radioattiva? Speriamo di no!

Torna la fauna selvatica nell'area di Chernobyl
I censimenti condotti negli ultimi decenni, nella parte bielorussa della "zona di esclusione", intorno alla centrale, mostrano che il territorio è stato ricolonizzato da cervi, caprioli, cinghiali e lupi. Paradossalmente, la densità delle popolazioni di alcuni di questi animali è superiore a quella di altre regioni dell'ex Unione Sovietica e della stessa zona di Chernobyl prima della contaminazione radioattiva(red)
Da regione colpita da un disastro nucleare a riserva naturale per grandi mammiferi selvatici: sembra questo il destino paradossale dell'area di Chernobyl, secondo un nuovo studio, pubblicato, sulla rivista “Current Biology”, da Tatiana Deryabina, della Polessye Radioecological Reserve, a Choiniki, in Bielorussia, e colleghi di una collaborazione internazionale. Secondo i censimenti condotti negli ultimi decenni, infatti, il territorio intorno alla centrale è stato ricolonizzato da varie specie di cervi, caprioli, cinghiali e lupi. La centrale di Chernobyl, ora situata in territorio ucraino, a soli 16 chilometri dal confine con la Bielorussia, nel 1986 fu teatro del più grave incidente nucleare della storia: il materiale radioattivo fuoriuscito si diffuse nell'ambiente circostante, fino a raggiungere vaste regioni dell'Europa.

Un branco di cinghiali in un villaggio disabitato nell'area di Chernobyl (Cort. Valeriy Yurko)
Una delle misure di protezione, immediatamente dopo l'incidente, fu la creazione della cosiddetta zona di esclusione, con un raggio di 30 chilometri dall'impianto, che fu evacuata e messa sotto controllo militare. In seguito alla diffusione del materiale radioattivo, le dimensioni dell'area furono poi modificate, sulla base delle misurazioni del livello di cesio, fino a raggiungere un'estensione di 4200 chilometri quadrati, 2100 circa dei quali in territorio bielorusso, fanno ora parte della Riserva radioecologica di stato di Polessye. La riserva è un contesto ideale per studiare la capacità di recupero delle specie animali selvatiche dopo il depauperamento del 1986: i livelli di contaminazione radioattiva sono infatti molto simili a quelli della parte ucraina. Il nuovo studio, condotto analizzando i dati dei censimenti condotti negli ultimi decenni sorvolando la zona in elicottero, mostra che le popolazioni di mammiferi hanno recuperato, aumentando costantemente nei decenni. Secondo gli autori, le densità di popolazione di cervi, caprioli, cinghiali sono simili a quelle delle riserve naturali incontaminate della regione. Per quanto riguarda i lupi  che vivono all'interno della zona di Chernobyl, invece, il loro numero è addirittura sette volte maggiore di quelli registrati nelle stesse riserve. “Questo risultato dimostra, per la prima volta, che, indipendentemente, dalla potenziale esposizione alle radiazioni sui singoli animali, la zona proibita di Chernobyl ospita una numerosa comunità di mammiferi, dopo quasi tre decenni di esposizione cronica alla radiazione”, spiegano i ricercatori. L'incremento delle popolazioni di questi animali selvatici, paradossalmente, arriva in un momento in cui le stesse specie stanno diminuendo in diverse altre parti dell'ex Unione Sovietica. “È molto probabile che le popolazioni di animali selvatici siano più numerose ora di quanto non fossero prima dell'incidente”, ha concluso Jim Smith, ricercatore dell'Università di Portsmouth, nel Regno Unito, che ha partecipato allo studio. “Chiaramente, questo non significa che la contaminazione radioattiva sia una buona cosa per la vita selvatica, ma solo che gli insediamenti umani, la caccia e la deforestazione sono molto peggio.”.
(05 ottobre 2015)


venerdì 11 dicembre 2015

mutazioni nelle farfalle

Gentilissimi,
il ragazzo Anonimous ha chiesto immagini sulle farfalle di Chernobyl. Ho provato a rintracciare immagini appropriate ma, con mio rammarico, non ho trovato alcunché. Se qualche adepta delle nuove tecnologie potesse ovviare alla mia mancanza, ne sarei grata.
Ho trovato immagini simili alla richiesta, relative al disastro di Fukushima. Ve ne mostro alcune, facilmente reperibili in rete.

NR, nonna radioattiva!





mercoledì 9 dicembre 2015

mammiferi a Le bine


Gentilissimi,
il naturalista Francesco Cecere, apparso anche nell'ultimo numero de L'Espresso, ha pubblicato un video relativo ai mammiferi dell'Oasi-riserva Le bine. Veramente molto interessante e divertente! Vi lascio il link relativo:

mammiferi Le Bine

Una nonna riservista, NR!