abbiamo, in altri post, accennato agli Archea, alle bocche idrotermali e alle fumarole nere. EccoVi, in lettura, un recentissimo articolo, tratto e lievemente modificato dalla newsletter Scienzainrete, in cui si propone una cellula ancestrale, comune a Monere ed Archea. L'ipotesi è interessante, sebbene da ulteriormente approfondire.
Buona lettura! NR, una nonna ancestrale
ARTICOLO
SCIENZAINRETE: BIOLOGIA
LUCA, la cellula ancestrale di tutti gli organismi viventi di Federico Baglioni
Com. e div. Sc..
LUCA
significa Last Universal Common Ancestor e rappresenta una
cellula ancestrale da cui si sono evolute tutte le forme viventi e, in
particolare, batteri e archea (o archeobatteri). Questo è il risultato di un
modello messo a punto da alcuni ricercatori dell’University College, di Londra,
e descritto in un articolo pubblicato “PLoS Biology”. Da decenni ci si interroga su come si siano evoluti batteri e archea e da
quali dei due abbia avuto origine l’umanità. Una questione tutt’altro che
facile, visto che, fino agli anni Settanta, si pensava che entrambi gli
organismi facessero parte di un unico regno; tale convinzione era dovuta al
fatto che sono effettivamente molte le caratteristiche comuni tra le due forme
viventi, come i geni, il tipo di lettura del DNA e le proteine. Quando però si
scoprì che differivano profondamente, per quanto riguarda le membrane e i
meccanismi di replicazione del DNA, i ricercatori iniziarono a formulare nuove
ipotesi. E poiché i batteri mostravano una membrana e un sistema di produzione
di energia molto simili alle cellule di noi eucarioti, si pensò che,
probabilmente, erano i batteri i nostri “antenati”. Secondo questa nuova
ricerca, invece, batteri e archea discenderebbero entrambi da una cellula di
circa 3,8 milioni di anni fa: LUCA. Gli autori del modello, Victor Sojo, Andrew
Pomiankowski e Nick Lane, sostengono che quest’organismo
ancestrale vivesse nei fondali oceanici, in prossimità delle bocche
idrotermali. In questo ambiente, LUCA era in grado di produrre ATP, la molecola
che è fonte di energia e che è ancora oggi essenziale per tutte le cellule. Per
ottenere energia, LUCA sfruttava la differenza di concentrazione tra i protoni
delle acque oceaniche e quelle delle sorgenti, avendo una membrana dalle
caratteristiche molto particolari: essa infatti era “porosa” e permetteva un
flusso di protoni sia in entrata che in uscita. Quello era però l’unico
ambiente abitabile da un organismo con una membrana di quel tipo. Per colonizzare
altri ambienti, dove non vi era a disposizione un gradiente di concentrazione
di particelle cariche, gli organismi si sono dovuti adattare, sviluppando
apposite pompe protoniche: macchinari complessi in grado di consentire un
flusso di protoni tale da permettere la produzione di ATP. Lo studio ipotizza,
quindi, che batteri e archea, partendo da una struttura base di cellula LUCA,
abbiano sviluppato, nel corso della storia, diverse strutture di membrana
cellulare e pompe protoniche, per colonizzare nuovi ambienti. Questa origine
comune spiegherebbe, da un lato, le somiglianze tra i due organismi e,
dall’altro, l’estrema diversità, anche di altri meccanismi legati alle
membrane, come la replicazione del DNA. Si tratta di una scoperta molto
interessante che propone un modello evolutivo nuovo e complicato. Una sfida
stimolante per il futuro poiché, da future ricerche, sarà forse possibile
spiegare altre questioni evolutive, finora rimaste irrisolte.
(1 settembre
2014)
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