martedì 16 settembre 2014

consigli dalle nonne

Gentilissime e gentilissimi,
ho trovato, e letto con piacere, un articolo sulla relazione tra sonno e memoria. Come quasi sempre accade il testo è stato, solo lievemente, modificato, ai fini di una migliore comprensione per i non addetti. L'articolo, risalente al maggio scorso, è tratto dalla newsletter Le Scienze. Vi invito, con l'ausilio di mamma o papà, se siete interessati alle scienze, ad iscriverVi quanto prima. L'iscrizione, se nulla è cambiato nel frattempo, è gratuita. Gli articoli sono recentissimi e interessanti. (Fine delle recensioni!).
Si passi, ora, alla lettura dell'articolo di cui al titolo.
Buona lettura!
Una nonna particolarmente formale! NR

sonno psicologia
La Sapienza Università di Roma: Dormire per trovare la strada
Comunicato stampa - Uno studio, condotto dai ricercatori della Sapienza, ha identificato il substrato cerebrale della relazione tra sonno e consolidamento delle memorie. L’attività elettrica lenta dell’ippocampo è correlata all’apprendimento spaziale
Roma, 28 maggio 2014 - Uno studio italiano, condotto da ricercatori del dipartimento di Psicologia della Sapienza, dell’Ospedale di Niguarda, di Milano, delle Università dell’Aquila, Bologna e Calgary (Alberta, Canada), pubblicato, in anteprima, sulla rivista Hippocampus, dimostra come le frequenze lente dell’attività elettrica dell’ippocampo, durante il sonno, siano strettamente associate al consolidamento delle memorie spaziali. L'esperimento condotto prevedeva che i pazienti esplorassero un ambiente virtuale, fino a creare una perfetta mappa cognitiva dell'ambiente stesso, nel quale poi era richiesto loro di muoversi, spostandosi il più rapidamente possibile da un punto a un altro. I pazienti poi erano liberi di dormire indisturbati, monitorati attraverso la registrazione dell’attività elettrica della corteccia cerebrale e dell'ippocampo. Al mattino successivo, i pazienti erano nuovamente sottoposti al test di navigazione spaziale. “Da  tempo”, spiega Luigi De Gennaro, “abbiamo iniziato lo studio sistematico dell’attività dell’ippocampo durante il sonno umano. Questa struttura profonda del cervello gioca un ruolo cruciale nei processi di consolidamento delle memorie. Lo studio che abbiamo appena pubblicato dimostra, per la prima volta, che specifiche frequenze lente dell’attività elettrica ippocampale presentano un’elevatissima correlazione con l’efficienza del consolidamento di memorie spaziali. Solo nel sonno NREM si osserva una correlazione quasi perfetta (0.92). In altri termini, la presenza di questa specifica attività elettrica lenta nell’ippocampo durante il sonno predice il livello delle nostre prestazioni nei compiti di navigazione spaziale durante il giorno successivo.”. Le implicazioni di tale scoperta possono aprire prospettive potenzialmente applicative nell’ambito dell’ottimizzazione dei processi di apprendimento. Si potrebbero, infatti, immaginare training di specifiche abilità spaziali,  che prevedano un miglioramento della qualità del sonno, al fine di ottimizzare le successive prestazioni mnestiche.  Il consiglio che da sempre molte madri hanno dispensato ai propri figli, nei periodi di stress per un esame, ovvero  di interrompere a un certo punto lo studio e di andare dormire, sta rivelando oggi una sua fondatezza scientifica.
(28 maggio 2014)


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