ho trovato, e letto con piacere, un articolo sulla relazione tra sonno e memoria. Come quasi sempre accade il testo è stato, solo lievemente, modificato, ai fini di una migliore comprensione per i non addetti. L'articolo, risalente al maggio scorso, è tratto dalla newsletter Le Scienze. Vi invito, con l'ausilio di mamma o papà, se siete interessati alle scienze, ad iscriverVi quanto prima. L'iscrizione, se nulla è cambiato nel frattempo, è gratuita. Gli articoli sono recentissimi e interessanti. (Fine delle recensioni!).
Si passi, ora, alla lettura dell'articolo di cui al titolo.
Buona lettura!
Una nonna particolarmente formale! NR
sonno psicologia
La Sapienza
Università di Roma: Dormire per trovare la strada
Comunicato stampa - Uno studio, condotto dai ricercatori della Sapienza, ha
identificato il substrato cerebrale della relazione tra sonno e consolidamento
delle memorie. L’attività elettrica lenta dell’ippocampo è correlata
all’apprendimento spaziale
Roma, 28 maggio 2014 - Uno studio italiano,
condotto da ricercatori del dipartimento di Psicologia della Sapienza,
dell’Ospedale di Niguarda, di Milano, delle Università dell’Aquila, Bologna e
Calgary (Alberta, Canada), pubblicato, in anteprima, sulla rivista Hippocampus,
dimostra come le frequenze lente dell’attività elettrica dell’ippocampo,
durante il sonno, siano strettamente associate al consolidamento delle memorie
spaziali. L'esperimento condotto prevedeva che i pazienti esplorassero un
ambiente virtuale, fino a creare una perfetta mappa cognitiva dell'ambiente
stesso, nel quale poi era richiesto loro di muoversi, spostandosi il più
rapidamente possibile da un punto a un altro. I pazienti poi erano liberi di
dormire indisturbati, monitorati attraverso la registrazione dell’attività elettrica
della corteccia cerebrale e dell'ippocampo. Al mattino successivo, i pazienti
erano nuovamente sottoposti al test di navigazione spaziale. “Da tempo”, spiega
Luigi De Gennaro, “abbiamo iniziato lo studio sistematico dell’attività
dell’ippocampo durante il sonno umano. Questa struttura profonda del cervello
gioca un ruolo cruciale nei processi di consolidamento delle memorie. Lo studio
che abbiamo appena pubblicato dimostra, per la prima volta, che specifiche
frequenze lente dell’attività elettrica ippocampale presentano un’elevatissima
correlazione con l’efficienza del consolidamento di memorie spaziali. Solo nel
sonno NREM si osserva una correlazione quasi perfetta (0.92). In altri termini,
la presenza di questa specifica attività elettrica lenta nell’ippocampo durante
il sonno predice il livello delle nostre prestazioni nei compiti di navigazione
spaziale durante il giorno successivo.”. Le implicazioni di tale scoperta
possono aprire prospettive potenzialmente applicative nell’ambito dell’ottimizzazione
dei processi di apprendimento. Si potrebbero, infatti, immaginare training di
specifiche abilità spaziali, che prevedano un miglioramento della qualità
del sonno, al fine di ottimizzare le successive prestazioni mnestiche. Il
consiglio che da sempre molte madri hanno dispensato ai propri figli, nei
periodi di stress per un esame, ovvero di interrompere a un certo punto
lo studio e di andare dormire, sta rivelando oggi una sua fondatezza
scientifica.
(28 maggio 2014)
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