venerdì 13 settembre 2013

la memoria del pesce zebra

Gentilissimi, spesso, in questo blog, abbiamo affrontato il tema della memoria.
Vi lascio ad una recente scoperta che convalida alcune ipotesi sulla sostanziale differenza tra memoria a breve termine e memoria a lungo termine.
La memoria a breve termine permette di ricordare per pochi minuti. Molti di Voi utilizzano il "ripasso appena prima di" una interrogazione, verifica, esame. La memoria a breve termine NON consente di strutturare collegamenti, inferenze, passaggi logici. E' quindi poco adatta alla maggior parte delle prove da sostenere. Il rischio è di "fare confusione". La memoria a lungo termine, al contrario, "fissa" i concetti per un lungo periodo di tempo. Tuttavia, per poter fare ciò, il cervello "fa fatica", consuma maggiore energia. Uno tra i meccanismi meno apprezzato dagli alunni è detto "studio". Lo studio permette ai concetti di passare dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.
Vi lascio alla lettura di un breve articolo, tratto e modificato lievemente dalla newsletter Le Scienze. Buona lettura. Una nonna "zebra". NR

neuroscienze memoria apprendimento
La memoria del pesce zebra, in diretta


                                                                Wikimedia Commons

Grazie agli strumenti dell'optogenetica è stato possibile visualizzare, per la prima volta, in pesci zebra appositamente ingegnerizzati, i processi di consolidamento della memoria, e dimostrare che i ricordi a breve e a lungo termine si formano e vengono conservati in parti diverse del cervello (red) 
Memoria a breve termine e memoria a lungo termine si fondano su circuiti e aree cerebrali distinte. A scoprirlo è una ricerca condotta sul modello animale, che ha permesso di stabilire alcuni importanti risultati sui meccanismi con cui vengono conservati i ricordi per poi essere recuperati nel momento in cui è necessario prendere una decisione. I processi cerebrali che modulano le nostre risposte comportamentali agli stimoli dell'ambiente sulla base delle esperienze pregresse sono estremamente difficili da studiare direttamente nel cervello dei mammiferi, a causa delle sue dimensioni e complessità. Per questo, i ricercatori del RIKEN Brain Science Institute, che firmano un articolo pubblicato sulla rivista “Neuron”, hanno rivolto la loro attenzione al pesce zebra, di cui è molto più semplice creare esemplari geneticamente ingegnerizzati, in modo da sfruttare gli strumenti dell'optogenetica e della farmacogenetica. Tazu Aoki e colleghi hanno usato l'optogenetica per inserire nei pesci un gene per la produzione di una proteina fosforescente, che si attiva quando un neurone è attraversato da un potenziale d'azione. In questo modo è stato possibile visualizzare, per la prima volta dal vivo, l'attività dell'intero cervello del pesce durante il recupero della memoria.


Le diverse aree attivate dal richiamo di ricordi dalla memoria a lungo termine (in alto) e a breve. 
                                               (Cortesia Tazu Aoki et al / Cell) 
Usando gli strumenti della farmacogenetica, che negli esemplari opportunamente ingegnerizzati permette di disattivare specifiche aree cerebrali attraverso la somministrazione di sostanze farmacologiche, i ricercatori hanno invece potuto sondare il coinvolgimento delle diverse regioni del cervello nella memorizzazione, a breve e a lungo termine, e nella rievocazione di queste memorie durante un processo decisionale. Aoki e colleghi hanno quindi posto i pesci in differenti situazioni sperimentali, nelle quali dovevano ricorrere ora alla memoria a breve, ora alla memoria a lungo termine, riuscendo così a visualizzare i diversi circuiti utilizzati. In particolare, quando il pesce richiamava il comportamento di evitamento appreso il giorno precedente (ossia conservato nella memoria a lungo termine), è stata osservata un'intensa attività neurale nella parte dorsale del telencefalo, una struttura che corrisponde alla corteccia nell'essere umano. Nelle condizioni in cui era impegnata la memoria a breve termine, che si conserva per qualche decina di minuti, non era rilevabile alcuna attività in quell'area.
(20 maggio 2013)

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