mercoledì 18 settembre 2013

anno luce

Gentilissimi,
in astronomia una tra le unità di misura di LUNGHEZZA maggiormente utilizzate è l'anno luca, ossia la DISTANZA percorsa dalla luce in un anno. Vi lascio un breve link da wikipedia mediante cui approfondire tale tematica. Eccolo

anno luce

Se pensate possa esserVi utile, mandate commenti e inserirò approfondimenti in un futuro post.
Per quanto concerne il tempo impiegato dalla luce del Sole per giungere sulla Terra, si tratta di una misura "media", in quanto l'orbita terrestre non è una circonferenza.
NR

venerdì 13 settembre 2013

la memoria del pesce zebra

Gentilissimi, spesso, in questo blog, abbiamo affrontato il tema della memoria.
Vi lascio ad una recente scoperta che convalida alcune ipotesi sulla sostanziale differenza tra memoria a breve termine e memoria a lungo termine.
La memoria a breve termine permette di ricordare per pochi minuti. Molti di Voi utilizzano il "ripasso appena prima di" una interrogazione, verifica, esame. La memoria a breve termine NON consente di strutturare collegamenti, inferenze, passaggi logici. E' quindi poco adatta alla maggior parte delle prove da sostenere. Il rischio è di "fare confusione". La memoria a lungo termine, al contrario, "fissa" i concetti per un lungo periodo di tempo. Tuttavia, per poter fare ciò, il cervello "fa fatica", consuma maggiore energia. Uno tra i meccanismi meno apprezzato dagli alunni è detto "studio". Lo studio permette ai concetti di passare dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.
Vi lascio alla lettura di un breve articolo, tratto e modificato lievemente dalla newsletter Le Scienze. Buona lettura. Una nonna "zebra". NR

neuroscienze memoria apprendimento
La memoria del pesce zebra, in diretta


                                                                Wikimedia Commons

Grazie agli strumenti dell'optogenetica è stato possibile visualizzare, per la prima volta, in pesci zebra appositamente ingegnerizzati, i processi di consolidamento della memoria, e dimostrare che i ricordi a breve e a lungo termine si formano e vengono conservati in parti diverse del cervello (red) 
Memoria a breve termine e memoria a lungo termine si fondano su circuiti e aree cerebrali distinte. A scoprirlo è una ricerca condotta sul modello animale, che ha permesso di stabilire alcuni importanti risultati sui meccanismi con cui vengono conservati i ricordi per poi essere recuperati nel momento in cui è necessario prendere una decisione. I processi cerebrali che modulano le nostre risposte comportamentali agli stimoli dell'ambiente sulla base delle esperienze pregresse sono estremamente difficili da studiare direttamente nel cervello dei mammiferi, a causa delle sue dimensioni e complessità. Per questo, i ricercatori del RIKEN Brain Science Institute, che firmano un articolo pubblicato sulla rivista “Neuron”, hanno rivolto la loro attenzione al pesce zebra, di cui è molto più semplice creare esemplari geneticamente ingegnerizzati, in modo da sfruttare gli strumenti dell'optogenetica e della farmacogenetica. Tazu Aoki e colleghi hanno usato l'optogenetica per inserire nei pesci un gene per la produzione di una proteina fosforescente, che si attiva quando un neurone è attraversato da un potenziale d'azione. In questo modo è stato possibile visualizzare, per la prima volta dal vivo, l'attività dell'intero cervello del pesce durante il recupero della memoria.


Le diverse aree attivate dal richiamo di ricordi dalla memoria a lungo termine (in alto) e a breve. 
                                               (Cortesia Tazu Aoki et al / Cell) 
Usando gli strumenti della farmacogenetica, che negli esemplari opportunamente ingegnerizzati permette di disattivare specifiche aree cerebrali attraverso la somministrazione di sostanze farmacologiche, i ricercatori hanno invece potuto sondare il coinvolgimento delle diverse regioni del cervello nella memorizzazione, a breve e a lungo termine, e nella rievocazione di queste memorie durante un processo decisionale. Aoki e colleghi hanno quindi posto i pesci in differenti situazioni sperimentali, nelle quali dovevano ricorrere ora alla memoria a breve, ora alla memoria a lungo termine, riuscendo così a visualizzare i diversi circuiti utilizzati. In particolare, quando il pesce richiamava il comportamento di evitamento appreso il giorno precedente (ossia conservato nella memoria a lungo termine), è stata osservata un'intensa attività neurale nella parte dorsale del telencefalo, una struttura che corrisponde alla corteccia nell'essere umano. Nelle condizioni in cui era impegnata la memoria a breve termine, che si conserva per qualche decina di minuti, non era rilevabile alcuna attività in quell'area.
(20 maggio 2013)

sabato 7 settembre 2013

Il gioco della vita

Gentilissimi, il Gioco della vita, o Game of Life, è una ottima occasione per presentare sia gli automi cellulari, magari in un prossimo post, sia la biologia matematica, o, come riporta un testo del 2010, La Matematica della vita.
Per le regole e per il gioco on line Vi lascio un link di riferimento. Giocate da soli, magari senza leggere, in anticipo, le regole del gioco. Provate, in seguito, ad immaginare che ogni puntino, o quadratino, sia una popolazione, o un animale. Provate a osservare ciò che capita se tale popolazione è isolata. Provate ad immaginare e sperimentare, sempre da soli, possibili varianti. Ecco una esemplificazione ludica e, allo stesso tempo, scientifica di quanto sta avvenendo in Italia, e non solo. Se pensiate sia complicato, e se GdV Vi è piaciuto ma lo giudicate eccessivamente semplice, giocate a Wa-Tor.Ovviamente lascio a Voi la ricerca su Internet del significato matematico-ecologico di Wa-Tor.
Ecco il link
gioco della vita

Buon divertimento. Una nonna viva (oppure viva una nonna). NR

mercoledì 4 settembre 2013

vino romano

Gentilissimi,
su questo blog abbiamo in alcune occasioni proposto argomenti relativi ad altre discipline. Vi lascio alla lettura di un articolo, pubblicato sulla newsletter Le Scienze e parzialmente modificato. Le modifiche sono riferite alla sola miglior leggibilità del testo. Buona lettura. NR

agricoltura alimentazione archeologia enti di ricerca
CNR: Il vino dei Romani rinasce in Sicilia 
Comunicato stampa - L'Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr di Catania promuove un progetto di archeologia sperimentale per riprodurre la filiera enologica secondo i dettami di agronomi ed enologi latini 
Roma, 21 agosto 2013. Verificare sperimentalmente, e tradurre in pratica, le antiche tecniche romane di produzione del vino: dal prelievo delle talee fino alla vendemmia, passando per lo scavo delle fosse e l'utilizzo di strumenti antichi ricostruiti. Questo l'obiettivo del progetto “Archeologia del vino in Italia: un esperimento siciliano”, varato dall'Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibam-Cnr), in collaborazione con la cattedra di Metodologie, cultura materiale e produzioni artigianali nel mondo classico, dell'Università di Catania. L'esperimento tenterà di riprodurre, nella Sicilia moderna, un vigneto seguendo in maniera fedele le “istruzioni” contenute nei testi romani dal I secolo a. C. al II d. C.: in particolare il secondo libro delle “Georgiche” di Virgilio e il “De Agricultura” di Columella. "Leggendo e interpretando le informazioni contenute nelle fonti latine si è guidati, “passo passo”, nell'esecuzione dei lavori in vigna", spiega il direttore dell'Ibam-Cnr, Daniele Malfitana. "Lo scopo dello studio è duplice: da un lato verificare la fattibilità dalle istruzioni degli agronomi antichi, dall'altro comprendere se queste conoscenze tecnico-pratiche possano essere utili nella viticoltura moderna, anche mediante confronti etnografici tra gli strumenti descritti e utilizzati dai romani e le metodologie e tecniche in uso fino a poco tempo addietro. L'obiettivo è, infine, la comparazione dei risultati sperimentali con quelli delle indagini archeologiche condotte nell'Italia continentale e in Sicilia.". Le conoscenze acquisite consentiranno una maggior comprensione e valorizzazione del vino siciliano come filiera produttiva e prodotto finito. "Grazie alle istruzioni di Columella è stato possibile ricostruire, ad esempio, la 'cicogna', strumento utilizzato dai proprietari terrieri per verificare che i lavori di scasso preparatorio per la piantumazione delle vigne fossero ben eseguiti dai contadini", prosegue Mario Indelicato, esecutore del progetto. "La fonte è stata chiara anche indicando, nelle foglie di canna e di ginestra, il materiale più opportuno per legare le viti novelle al tutore: conoscenze e pratiche, oggi, destinate a scomparire nelle campagne siciliane e italiane.". "L'area piantumata giungerà, nell'arco di un quinquennio, a circa 5000 mq. La prima produzione utile per la vinificazione, dalle viti piantate la scorsa primavera, è prevista entro quattro anni: il primo raccolto “sperimentale” dovrebbe aggirarsi sui 100 kg. di uva e 70 litri di vino, raddoppiabili già dall'anno successivo, fino a una previsione di raccolto ottimale di circa 50 quintali per l'estensione completa del vigneto", conclude Malfitana, che è anche titolare della cattedra di Metodologie, cultura materiale e produzioni artigianali, presso l'Università di Catania, e coordinatore del programma, che rilancia precedenti esperienze condotte in Francia e conta sul supporto dell'Assessorato all'agricoltura della Regione Siciliana, che ha messo a disposizione le viti della collezione ampelografia dell'Uos 2, di Marsala. "Un'occasione interessante di sperimentazione didattica, che pone l'archeologo nelle condizioni di passare dalla teoria alla pratica.".
(21 agosto 2013)