molto probabilmente la Vostra nonna Vi saluterà a breve anche su questo blog.
Per ora Vi lascio un articolo che riporta recentissimi studi sulla sindrome di Tourette. Come sempre l'articolo, tratto dalla newsletter Le Scienze, è stato lievemente modificato, ai fini di una migliore comprensione del testo.
Buona lettura. NR
neuroscienze
Università Milano Bicocca: Scoperto il meccanismo che spiega i sintomi
della sindrome di Tourette
Comunicato stampa - Un tiro alla fune: la gravità dei sintomi della sindrome di
Tourette è spiegata da uno squilibrio nelle connessioni cortico-sottocorticali
che controllano le aree motorie del cervello. Lo hanno scoperto i ricercatori
dell’Università di Milano-Bicocca, dell’IRCCS Galeazzi e dell’IRCCS San Raffaele.
Lo studio è sulla rivista "European
Journal of Neuroscience"
Milano, 13 settembre
2017 – Scoperti i meccanismi neurali alla base della maggiore o minore gravità
della sindrome di Tourette: più grande è lo squilibrio fra l’attività delle
regioni cerebrali coinvolte, più marcati sono i tic e gli altri sintomi,
secondo un modello che ricorda un tiro alla fune. La ricerca è stata condotta
da un gruppo di studiosi del Dipartimento di Psicologia dell’Università di
Milano-Bicocca, dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, dell’IRCCS Ospedale
San Raffaele, ed è pubblicata sulla rivista scientifica European Journal of
Neuroscience (L. Zapparoli, M. Tettamanti, M. Porta, A. Zerbi, D. Servello, G.
Banfi, E. Paulesu, A tug of war: antagonistic effective connectivity patterns
over the motor cortex and the severity of motor symptoms in Gilles de la
Tourette syndrome). La sindrome di Gilles de la Tourette si manifesta
attraverso la comparsa di tic motori, vocali e complessi. Con grande sforzo da
parte del paziente, è possibile sopprimere questi tic, ma solo temporaneamente,
e la loro soppressione è, spesso, seguita da un’esplosione incontrollata. Nei
casi gravi, questi fenomeni, indipendenti dalla volontà del paziente, possono
sfociare in comportamenti ritenuti socialmente inaccettabili, come parolacce e
insulti, e i movimenti incontrollati del capo possono causare lesioni cervicali
Come ricordano il dottor Mauro Porta e il dottor Domenico Servello,
rispettivamente neurologo e neurochirurgo dell’IRCCS Galeazzi, che hanno
selezionato i pazienti, «la malattia si manifesta solitamente nella tarda
infanzia, o all’inizio dell’adolescenza, e può permanere in età adulta. I tic,
inoltre, rappresentano solo una parte dei sintomi della sindrome di Tourette
che, spesso, convive con il disturbo ossessivo-compulsivo.». Il meccanismo di
“tiro alla fune”, identificato dagli studiosi, individua uno squilibrio
nella connettività fra varie aree del cervello, che è direttamente
proporzionale alla gravità dei sintomi, misurata con la Scala della gravità dei
tic di Yale (YGTSS, Yale Global Tic Severity Scale). Maggiore è la gravità
della sindrome, più forte è questo sbilanciamento: la prevalenza di connessioni
fra le aree premotorie e la corteccia motoria primaria risulta associata ad una
minore gravità del disturbo; viceversa, la prevalenza di connessioni fra le
strutture sottocorticali e la corteccia motoria primaria è legata ad una
maggiore gravità dei sintomi motori della sindrome e, quindi, dei tic. Il grado
di attivazione delle varie regioni del cervello è stato rilevato sia mediante
l’uso della risonanza magnetica funzionale (fMRI, functional Magnetic Resonance
Imaging) sia grazie alla procedura di modellizzazione dei rapporti dinamici
causali tra aree cerebrali (DCM, Dynamic Causal Modelling), uno strumento di
indagine, molto avanzato, che permette di capire, non solo se due regioni del
cervello lavorano contemporaneamente, ma anche i rapporti di causa ed effetto
che legano la loro attività. Oltre ad uno sbilanciamento cortico-sottocorticale,
i ricercatori hanno osservato un aumento della “connettività intrinseca” della
rete premotoria, ovvero il livello di base del rapporto funzionale tra le aree,
rapporto che si normalizza durante l’esecuzione di movimenti volontari. «È importante
notare che i casi studiati sono caratterizzati dal perdurare della sindrome in
età adulta», osserva Laura Zapparoli, ricercatrice all’IRCCS Galeazzi, «e che
alcuni di essi erano candidati al trattamento con la tecnica della Deep Brain
Stimulation. Restano da capire le basi dei sintomi ossessivo-compulsivi di
questi pazienti, argomento che ci ripromettiamo di indagare con future ricerche.».
«Uno dei problemi, nei casi gravi di sindrome di Tourette, è trovare un
indicatore fisiologico che possa permettere di predire la risposta ai farmaci»,
spiega il professor Eraldo Paulesu, docente di Psicologia fisiologica, all’Università
di Milano-Bicocca, «e, nei casi ancor più gravi, la risposta al trattamento
neurochirurgico con Deep Brain Stimulation. L’indice di discrepanza della
connettività nel circuito motorio, che abbiamo individuato, potrebbe essere
appunto questo biomarker.».
(13 settembre 2017)
Nessun commento:
Posta un commento