biologia microbiologia
L'importanza di
un orologio biologico impreciso
© Lee
Jungyeol/TongRo Images/Corbis
In alcuni funghi e batteri la produzione delle proteine che regolano il
ritmo circadiano non è ottimizzata, dando luogo a un orologio biologico
impreciso. Due studi indipendenti hanno dimostrato che, lungi dall'essere un
“fallimento” dell'evoluzione, l'incapacità di segnare il tempo in modo perfetto
si traduce sia nella capacità di produrre proteine più efficienti sia in una
maggiore adattabilità ai cambiamenti ambientali (red)
Non sempre la precisione è la scelta
migliore. E' questa la conclusione di due studi, pubblicati su “Nature”,
relativi all'espressione di proteine che presiedono alla definizione dei ritmi
circadiani in alcuni funghi e batteri. Un gran numero di processi biologici è
regolato in modo da rispettare cicli periodici regolari, in genere su base
quotidiana. Questa regolazione è legata all'espressione di particolari geni,
che hanno la caratteristica di contenere codoni, triplette di basi
amminoacidiche che rappresentano le unità d’informazione del codice genetico, strutturati
in modo da garantire l'espressione più efficace della proteina
codificata. Nel
loro articolo,
Mian Zhou e colleghi, dell'Università del Texas, a Dallas, hanno però
dimostrato l'esistenza di un orologio biologico
impreciso nei funghi del genere Neurospora, mentre
Yao Xu e colleghi, della Sciences Vanderbilt University, a Nashville, hanno
fatto lo stesso per i cianobatteri del genere Synechococcus. In
genere l'evoluzione tende a ottimizzare l'impiego delle risorse, in funzione
dell'adattamento dell'organismo all'ambiente; trovarsi di fronte a un singolare
“fallimento” dell'ottimizzazione dell'orologio biologico, in organismi
appartenenti a due regni ben distinti, fa supporre che il fallimento sia solo
apparente e che vi sia una ragione più profonda per la cattiva taratura
dell'orologio.
E in effetti Yi Liu e colleghi,
ingegnerizzando i geni di Neurospora, per
ottenere un fungo in grado di esprimere in modo
efficiente le proteine circadiane, hanno dimostrato che questo miglioramento
porta l'mRNA a un processo di trasduzione così rapido da ostacolare il perfetto
ripiegamento della proteina prodotta, che quindi è, funzionalmente, meno
efficiente di quella sintetizzata a velocità ridotta. Evidentemente, il costo
dell'imprecisione nel rispetto dei ritmi circadiani è inferiore al guadagno in
funzionalità cellulare. Anche nel caso di Synechococcus il
difetto si traduce in un vantaggio. Nell'ambiente naturale, il metabolismo del
cianobatterio e, in particolare, i processi fotosintetici, dipendono, in maniera
molto stretta, dall'alternanza luce-buio, ma rallentano o accelerano anche in
funzione della temperatura ambientale. Basarsi su un orologio che segna il
ritmo dei processi biologici con un certo margine di incertezza facilita
migliori risposte adattative ai cambiamenti ambientali. Per questo, concludono
i ricercatori, è verosimile che una simile staratura dell'orologio biologico
sia presente in un gran numero di organismi che non sono in grado di
controllare la propria temperatura: non solo cianobatteri e funghi, ma anche
dinoflagellati e, perfino, piante superiori.
(18 febbraio 2013)
L'articolo è tratto e modificato, al fine di renderlo maggiormente comprensibile anche da alunni della Vostra età, dalla newsletter Le Scienze. Una Nonna, fortunatamente, imperfetta. NR
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